Islam e donne, non solo velo. Maometto approva l’orgasmo

 
La sessualità nel Corano

“Godete e riproducetevi”, non è un monito del Kamasutra ma del Profeta dell’Islam, Maometto. Il Corano è pervaso da simboli che si riferiscono alla sessualità ed entra in particolari e dettagli “hard”. Antichi testi di poesia araba si soffermano su come usare la lingua sul corpo dell’amata. L’amore fra uomo e donna diventa manifestazione dell’armonia universale, l’unione degli opposti che riproduce la Creazione divina. Fare del buon sesso, quindi, per un autentico musulmano, è addirittura un atto pio.

La famosa sessuologa egiziana Heba Kotb spiega che nel Corano è sancito il dovere di far godere la donna: “La sura (capitolo) trentesima, che indica come comportarsi nella vita di tutti i giorni nei confronti della moglie, insegna che l’amore e la passione tra uomo e donna sono frutto del volere divino e chi non riesce a trovare o a vivere questa passione, deve cercarla perché è un dono di Dio. La seconda sura parla del diritto della donna a provare l’orgasmo”.

 

Il Corano stabilisce anche la necessità dei preliminari. Niente male, in teoria, se si confronta la lotta fatta, in passato, dalla Chiesa Cattolica al piacere. Purtroppo oggi, questa visione pura dell’Islam delle origini, in alcuni paesi è stata contaminata da un’ideologia che va proprio nel senso opposto. Molti non  sanno che è la cultura tribale araba e non l’Islam ad aver portato alla sessuofobia e alla misoginia. I bellissimi testi dei sufi, i mistici islamici, sono quasi sempre pervasi di un forte erotismo, in cui il contatto con l’amata, la sua gioia, il suo piacere, la congiunzione con lei, sono l’anticamera della visione di Dio.

 

Anche nell’Antico Testamento troviamo salmi di questo tipo. Tuttavia, c’è una grande differenza tra il Paradiso dei cristiani e quello dei musulmani: nell’aldilà, i primi  saranno asessuati, i secondi invece conosceranno “l’orgasmo infinito”. Nell’Islàm delle origini il sesso non è mai stato represso, anche se doveva essere iscritto nella cornice del matrimonio. Lo stesso Profeta era un amante generoso e molto attivo che parlava del sesso come di un atto essenziale alla salute di una società, per questo non negava consigli ai suoi adepti, come quello della pratica del coito interrotto.

I problemi sono cominciati tra l’ottavo e il nono secolo, con la codificazione della dottrina islamica che ne ha determinato un irrigidimento e, in alcuni casi, l’ha portata lontana dalla sua armonia con la natura. Questo spiegherebbe anche il graduale declino della cultura araba secondo l’autore de Il Kama-sutra arabo, l’antropologo Malek Chebel che dice: “Non c’è alcuna liberazione possibile senza la liberazione della sessualità che si è accompagnata ad uno straordinario boom tecnologico e intellettuale. Non è soltanto il rapporto con l’altro, il rapporto con il corpo, sono anche le energie intellettuali di creatività, di invenzione”. Molti islamisti parlano di questo, la speranza è che abbiano sempre maggiore ascolto. La libertà civile e religiosa è anche libertà di un sesso senza peccato.
In Italia, a prescindere dai musulmani, la strada da percorrere sembra ancora lunga.

 

Vittoria Iacovella

da: http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/islamdonnemaomettoapprovaorgasmo131.html?pg=2

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