CHEL CHE TU SCUGNIS SAVÈ PAR JESSI UN VER FURLAN!

Traduzione per i non friulani: “Quello che devi sapere per essere un vero friulano!”

 Lezioni di Friulano #2:

Il fatalismo

Continua il viaggio  de “Il Piccolo Cinico” nella lingua friulana. L’intento è quello di evidenziarne (come nella trattazione del  Porcodio) aspetti che difficilmente trovereste nei libri di grammatica, fonetica e filologia.

1.Il Fatalismo

E’ praticamente impossibile imparare la lingua friulana senza prima  studiare la psicologia di questo popolo.

Soprattutto è  importante quando si parla il friulano “essere friulano”.

Caratteristica fondamentale del tipico friulano è il fatalismo.  Mai dovrete in presenza di friulani manifestare ottimismo, fiducia, speranza in qualche cosa. Vi guarderebbero subito con sospetto o verreste derisi e sbeffeggiati.

Ora “essere Friulani” senza essere nati tali è molto difficile quindi nel caso vi troviate in mezzo ad un gruppo di friulani e voleste essere accettati da loro ecco alcune frasi che vi aiuteranno in questa ardua impresa.

Immaginiamo di trovarci ad un banchetto che ne so, di un matrimonio di un vostro parente e per sbaglio siete finiti in mezzo alla parte friulana del parentado. Cosa dovete dire? Come dovete comportarvi?

Il tempo (atmosferico)

E’  uno degli argomenti prediletti dai friulani. Popolo per lo più contadino (o comunque di origini contadine) segue con particolare interesse l’evolvere della situazione meteorologica.

Quindi nel caso fortuito in cui dovesse iniziare a piovere (bastano due gocce!) dovrete dire(possibilmente a voce alta, bocca piena di cibo e battendo con vigore il pugno sul tavolo  facendo sobbalzare tutte le stoviglie):

( @ sta per una bestemmia qualsiasi)

@ , màsse ploe chist an! Il vin nol fàs gradasiòn!

(tr. troppa pioggia quest’anno, il vino non acquisterà un sufficiente tasso alcolico!)

Se pronuncerete questa frase verrete accolti da un coro di consensi. Più di qualcuno puntandovi col dito pronuncerà questo tipico climax

Bèn dìte!

Bèn sunàde!

Bèn cjantàde!

Dopo un po’ se siete fortunati smetterà di piovere. A quel punto voi esordirete con:

@,màsse sèc chist an! Dùte la blave in corèe!

(tr. troppa siccità quest’anno! Tutto il granturco è ammalato)

E riceverete un altro coro di applausi, fischi, pugni sul tavolo e di

Bèn dìte!Bèn sunàde!Bèn cjantàde!”

Infine se proprio volete essere osannati e portati in trionfo (anche se non centra nulla col discorso) enunciate:

@, tànt tribulàsi par quàtri panòlis!

(tr. quanta fatica per quattro pannocchie!)

L’attualità

Ad un certo punto con buona probabilità il discorso verterà sui fatti di attualità.

In questa epoca di intossicazioni alimentari, mucche pazze, acqua con diossina e altro il pessimismo friulano ha raggiunto i massimi livellli.

Quindi:

Se parleranno di falde acquifere inquinate, diossina negli acquedotti e simili dovrete dire ad uno qualsiasi dei commensali:

Bèf aghe tu!

(tr. Bevi acqua te!-nel senso di “e vedrai cosa ti aspetta”).

In caso invece di mucca pazza e carni avariate:

Mangje cjàr tu!

(trad. Mangia carne te!E poi vedi…)

La persona che avete indicato risponderà in uno dei seguenti modi:

-Propite! (proprio!)

-Vere che! (questo è vero!)

-A me mi dìtu? (a me lo dici?)

-Sigùr, po’!  (sicuro!)

Tralascio il  caso di discorsi sulla politica in quanto il friulano non differisce molto dalle altre etnie in quanto a insofferenza, delusione e disfattismo.

3. Una precisazione di carattere fonetico.

Le consonanti affricate palatali friulane.

Come si pronunciano “Cj” e “Gj” ?

In italiano, come forse già vi è noto, le lettere  “C” e “G” possono indicare i seguenti fonemi:

C  come cane, pacato, calamaro       consonante esplosiva sorda velare

C  come faccia, doccia, ciano           consonante affricata sorda palatoalveolare

G come gallo, ruga, godére                  consonante esplosiva sonora velare

G come formaggio, giada, maggio       consonante affricata sonora palatoalveolare 

In alcune zone del Friuli (come Manzano, Cividale e Percoto) le consonanti affricate (sorda e sonora) da palatoalveolari divengono palatali (cioè la lingua invece di aderire con la punta agli alveoli dentari degli incisivi , viene tenuta più indietro ed entra in contatto con il solo palato).

Per evidenziare questa particolarità i due fonemi vengono trascritti con “cj” e “gj”. Quindi per pronunciare “cjase” (casa) dovete premere la parte centrale della lingua contro il palato senza toccare gli alveoli degli incisivi ed emmettere la parola ciase. Ovviamente la lingua va liberata dopo la pronuncia della sillaba “cia”. Sottolineo che non è “chiase” cioè la consonante esplosiva sorda velare come si sarebbe portati a credere dopo un primo e  non attento ascolto.

Le bestemmie

Una precisazione di carattere fonetico 

9 Risposte a “CHEL CHE TU SCUGNIS SAVÈ PAR JESSI UN VER FURLAN!”

  1. w la grande slovenia fino al tagliamento come voleva nas tito dio boe e boia nonkè iebentiboga, porco dio

  2. Hanno fatto un film su ceghe!

    I sogni e le avventure di Celestino, detto Ceghe (Cesare Cremonini). Al suo fianco Bernie (Denis Fasolo), l’amico del cuore, e Laura (Martina Stella), la fidanzata tradita.

    UN AMORE PERFETTO Sulla riviera romagnola si consuma un rapporto a tre dove l’amore e l’amicizia si mescolano e in cui, almeno in apparenza, non esistono gelosie, invidie o rivalità.

    Il loro unico problema sono i soldi e Ceghe pensa di risolverlo quando per caso scopre come incassare un milione di dollari attraverso un traffico illecito. Ma si tratta di una faccenda rischiosa, Bernie e Laura si tirano indietro e Ceghe si ritrova solo

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