I Laibach nel tunnel Panovec

da Konrad n. 221, novembre 2016, p. 22

Anche quest’anno, per una settimana (dal 9 al 17 settembre), Nova Gorica si è trasformata nella Città dei giovani. Mesto mladih il nome della manifestazione: workshop, tornei sportivi, laboratori per ragazzi di ogni età, proiezioni cinematografiche e concerti in ogni angolo della città. Questo lo slogan della festa: “Prendete il vostro tempo, questo è il vostro tempo, tempo per i giovani”.

La kermesse è stata organizzata dalla locale Associazione Studentesca “Klub Goriških Študentov” (KGŠ). Un vero e proprio evento ha chiuso in bellezza laCittà dei giovani 2016”: il ritorno a Nova Gorica dello storico gruppo dei Laibach dopo la data sold out di novembre 2014, quando la band slovena si esibì per ben due volte sul palcoscenico del teatro cittadino in due concerti, a tre ore di distanza l’uno dall’altro. Anche stavolta i Laibach si dimostrano amatissimi dal pubblico sloveno, ma non solo: le targhe delle automobili che si affollano subito dopo il confine italiano denotano la provenienza eterogenea del pubblico. I Laibach, la sera del 17 settembre, si impossessano letteralmente di un pezzo di città, scegliendo come location per la loro esibizione il tunnel che passa sotto il suggestivo bosco del Panovec. La galleria, chiusa al traffico e opportunamente attrezzata, diventa bunker, rifugio antiatomico, scarno ambiente in cui mettere in scena lo stravagante spettacolo dei Laibach: un’autentica e magnifica follia. Questa scelta bizzarra e inusuale, assolutamente in linea con lo spirito della band industrial slovena, si rivelerà determinante per rendere memorabile la performance. Il gruppo porta in tour a Nova Gorica l’ultimo album Spectre”, dal quale esegue dal vivo, tra gli altri pezzi, la surreale marcetta militare fischiettata “Whistblowers” e i ritmi dance di “Eat Liver”, con la presenza della cantante Mina Špiler a do-minare il palco. Ma è con i pezzi storicidella band che il pubblico si infiamma: le potenti “Now You Will Pay” e “The Great Divide”, e l’immancabile “Tanz mit Laibach”, mentre sullo sfondo vengono proiettate immagini in linea con la controversa estetica del gruppo di Trbovlje: danze macabre e grottesche parate militari. Gran finale con la rivisitazione del pezzo degli Opus “Live is Life” (guai a chiamarla cover. Si rischia di incorrere nelle ire del nerboruto frontman Milan Fras). Si canta tutti in coro ripetendo come un mantra “Leben heisst Leben! Leben heisst Leben!” su un ritmo cadenzato da inno militare che si fa via via più ipnotico e distorto, e che continuerà a risuonare nella testa per i due giorni successivi.