Idemo u more: itinerari dannunziani

Partenza per il mare quarnerino seguendo un itinerario quasi da nostalgici dannunziani. Partenza dalle vicinanze di Ronchi dei Legionari passando paranoiati sulle strade secondarie slovene per evitare di dover pagare la vignetta arriviamo a Fiume; ostinati proseguiamo e visto lo svincolo autostradale di Buccari

lo svincolo dell'autostrada sopra Bakar/Buccari

possiamo considerarci a giusta ragione ben più arditi di D’annunzio & c. che qui fecero la loro bufala (non ho mai capito tutta ‘sta eroicità del gesto di entrare coi M.A.S. – ma forsit i mats a jerin lôr – in una baia e cercare di silurare le navi in rada senza mettere a segno neppure un colpo… casomai stupidità…).

Ben più conseguenti dei nostalgici irredentisti – gruppi di Azione Giovani di Görz hanno fatto proprio ‘sto itinerario: Ronchi-Fiume… – attraversiamo il ponte che appena costruito era intitolato a Josip Broz detto Tito ora non so: magari a Tudjman chissà… e arriviamo a Krk altrimenti detta Veglia.

Pochi sanno che “dopo avere occupato Fiume con i suoi legionari Gabriele D’Annunzio sbarcò anche a Veglia. I suoi uomini, però, furono accolti dalle popolazioni di Punat, Baška e Dobrinj armate di accette e pietre e dovettero ritirarsi. Raggiunto però l’isolotto di San Marco (disabitato), vi piantarono la bandiera e ne proclamarono la conquista.”

Dall’utilissimo e interessante libro di Giacomo Scotti L’arcipelago del Quarnero.

Forse il fatto che in questo caso la “barbarie schiava” (come la chiamava il water di Pescara) abbia umiliato così bellamente gli arditi latini fa sì che questa tappa venga ignorata dai fascisti italioti in trasferta nel Quarnero.


Piccola parentesi sulle mie letture da viaggio: quando vado in giro per il mondo mi porto sempre 2 o 3 libri da leggiucchiare nei momenti di cazzeggio o quando sono appollaiato sulla tazza del water e un po’ per un mio delirio un po’ per orientarmi meglio ci sono sempre, oltre alle scontate guide turistiche (Touring Club e Lonely Planet su tutte), libri che trattano delle località che andrò a visitare o libri di letteratura di viaggio.

L’anno scorso i libri sono stati: Giacomo Scotti I pirati dell’Adriatico, avvincente e che ha influito sulla scelta di soggiornare per 3 giorni a Segna capitale dei pirati Uscocchi; e come letteratura di viaggio che in più parla più o meno di queste zone i libri di Claudio Magris Danubio e Microcosmi (quest’ultimo ha anche parzialmente influenzato la scelta di una delle destinazioni di queste vaccanze).

Quest’anno invece oltre di Scotti (che sta diventando per me un caso letterario o una fissazione a seconda di come si voglia vedere la cosa) il già citato libro: “erratica guida” come la definisce Claudio Magris: Hakim Bey con Taz (che non è propriamente letteratura di viaggio però essendo un libro/manifesto dell’anarchismo ontologico o nomadismo psichico un po’ c’entra col viaggio anche se si tratta di altro tipo di viaggi; in più tra l’altro parla dell‘impresa di Fiume di D’Annunzio) e infine Chatwin con In Patagonia (in cui parla tra l’altro del Mucchio Selvaggio di Butch Cassidy e Billy the Kid e degli anarchici espropriatori parlandone male, però parla male pure dei missionari salesiani nella Terra del Fuoco ma senza andare tanto lontano basterebbe andare in Furlania per sentirne delle belle mi viene da pensare visto quello che si è sentito proprio nei giorni in cui eravamo via…)…

continua…

4 Risposte a “Idemo u more: itinerari dannunziani”

  1. chi xe che scrive queste fesserie, mica era vero?

    scommetto che è stato comi, noto autofellatiologo

    ceghe non so se ti ho detto che paoglio aveva un nonno amico di dannunzio che lo chiamava nannunzio perche era sbisulo

    un po’ come brunetta

    beato lui

I commenti sono chiusi.