Idemo u more: Krk

Lasciate alle spalle le fantasie dannunziane dopo il ponte (che temevo più spaventoso visto le leggende: resta chiuso nei giorni di forte Bora, varca il canale detto anche della tempesta…) ci addentriamo nell’isola di Veglia.
se non mangio queste non assaporo appieno il gusto della croaziaPrima di questa volta non ero mai (stato) su un’isola: capita su questa che è la più grande dell’Adriatico.
Inizialmente ci eravamo prefissati come destinazione Njivice dopo pochi chilometri. La località mi era stata consigliata da una tipa serba anche mezzo apparentata alla lontana con Frà che lavora nella mia privata di fiducia. Il fatto che io diffidi di qualsiasi parola detta in privata; che nonostante siano appena le 13.30 circa già la maggioranza delle spiagge sia in ombra, il fatto che abbiamo appena assaporato il gusto di addentrarci nell’isola e fermarci castrerebbe un poco la nostra aspirazione a crederci viaggiatori all’avventura anche su una station wagon carica di giochi per il mare e pannolini, il panorama con sullo sfondo la città di Fiume e meno lontano stabilimenti petrolchimici e non ultimo il fatto che le bimbe si siano da poco addormentate fanno sì che proseguiamo. Attraversiamo, poco distante, Malinska che ci pare più carina ma le bimbe dormono ancora e allora tanto vale giù fino all’estremità sud di Veglia – che del resto dista una cinquantina di chilometri.
A parte il primo tratto le strade non sono delle migliori e in un punto in cui la strada ha decisamente l’aspetto di un sentiero di capre vedo in lontananza in uno dei rari rettilinei un camion piuttosto grande vista la situazione e non ho neppure il tempo di agitarmi quando da dietro il camion fa capolino un auto di grossa cilindrata che azzarda il sorpasso… per fortuna sono solo bestemmie e insulti verso austriaci e croati (le macchine targate Rijeka saranno in ogni caso le peggio condotte e sarà anche per questa guida e le conseguenti bestemmie di risposta dei talianski il motivo per cui qui la gente come avrò modo di constatare anche personalmente la gente bestemmia in italiano) avendo riconosciuto questi paesi come gli unici possibili ad avere la targa che ci pare di aver intuito nell’auto pirata… (se l’auto era pirata però può essere stata solo croata mai sentiti pirati austriaci…)
Testa o croce tra Baška e Stara Baška o meglio così avremmo fatto in altri tempi ora ci tocca valutare e dalle nostre informazioni (principalmente il libro di Scotti) optiamo per la prima che pare adattarsi di più alle esigenze delle bimbe.
In effetti si rivelerà così: Stara Baška – il nostro sogno proibito – quando la visiteremo qualche giorno dopo senza neppure scendere dall’auto (le bimbe ancora una volta dormivano entrambe in macchina e quelle in auto saranno pressoché le uniche dormite che le due faranno in questi giorni) durante una delle nostre peregrinazioni per l’isola. Kraje – che significa simbolicamente “alla fine” – come anche la chiamano è un paesino privo di turismo di massa e però pure dei servizi che alle liete famigliole sono indispensabili. Costa stupenda e inaccessibile per passeggini: qualche rimpianto per non esserci venuti anni fa come ripeteremo in un sacco di occasioni in questo viaggio… chissà in futuro come si suol dire… conoscendo la nostra incostanza e ansia di nuovo direi veramente improbabile…

quadro kitsch nell'appartamento di baska raffigurante il panorama della cittadina

Andrà bene allora Baška.
Leggiamo sulla guida che ha la spiaggia più lunga dell’isola (2 km) e che è salutare per via di certe sue caratteristiche balneari: questo aspetto salutista già ce la fa apprezzare sperando in meno bronchiti o influenze invernali per le bimbe. La località comunque è decisamente turistica seppur di un turismo non eccessivamente chiassoso e con un bel panorama con colline che dolcemente ma qua e là bruscamente scendono nel mare e con una baia che volge verso Arbe e Segna. Quella Segna in cui siamo stati l’anno scorso con i suoi pirati che dal XV secolo si sono stabiliti anche qui in fuga dai veneziani e in cerca di cereali e vino. Chissà magari in una vita precedente sono stato un uscocco e c’era nel mio destino ritornare in questi luoghi mi viene quasi da delirare… giuro che sono sobrio: quando vado all’estero evito astuzie… si vede però che dopo anni di maltrattamenti e cattive compagnie il mio cervello si prende licenze…

9 Risposte a “Idemo u more: Krk”

  1. no non ero mai a barbana.al massimo sono stato a grado che è un’isola però al di là dello slogan con cui si promuove (isola del sole) di isola ha ben poco… va bè che scotti adirittura si interroga se krk sia un’isola (§ isola o non isola?) per giungere alla conclusione che ponte o non ponte “l’isola resta sempre un’isola”…

  2. ah già ero a murano a trovare gino salso una volta. però bom sono isole per modo di dire non così isolate né isolane in fin dei conti

  3. Ciao, ti confermo che i croati sono guidatori e pedoni pericolosi, devi vederli in città quando fermano il traffico a piedi per non perdere il bus…

    Le strade dell’isola sono in continua evoluzione, quelle di Malinska le stanno rifacendo ora.

    Per il resto io ho un figlio di due anni e sono sempre sull’isola, una volta a caccia ora a passeggino….

    Non dimentirti di Krk, ti aspetta…

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