La nascita del porticciolo: così la città si aprì al mare

da Il Piccolo del 24 aprile 2014


Da lunedì tre appuntamenti per riscoprire la storia dei primi anni del ’900 Conferenze anche sugli anarchici e la Grande guerra raccontata da Monfalcone

Il porticciolo Nazario Sauro, gli anarchici monfalconesi e la Grande guerra vista attraverso un epistolario familiare. Sono questi i temi intorno a cui ruoteranno i tre incontri della rassegna “A ridosso della storia: Monfalcone e il Novecento” organizzati dalla Biblioteca comunale di via Ceriani per promuovere gli archivi storici e per ricostruire alcuni eventi significativi della storia cittadina d’inizio Novecento.

Il primo appuntamento, in programma lunedì alle 18, presenta la ricerca curata dall’architetto Alessandro Morgera realizzata utilizzando materiali dell’archivio cittadino. “Un ponte sul Mediterraneo: studi e progetti sul porticciolo Nazario Sauro di Monfalcone”. Attraverso lo studio dei progetti e dei documenti dell’Archivio storico comunale è stato possibile ricostruire l’evoluzione urbanistica di una significativa parte di città, situata nel punto esatto in cui il Mediterraneo raggiunge il suo punto più a nord. Dalla seconda metà dell’Ottocento, attorno allo sbocco della vecchia roggia, inizia a svilupparsi una solida realtà produttiva. Nel 1908 si concludono i lavori di ampliamento del porto Ròsega e dello scavo del canale Valentinis e negli stessi anni, sui terreni paludosi limitrofi, la famiglia Cosulich impianta gli stabilimenti navali, destinati a caratterizzare indelebilmente l’economia della pianura isontina. Nel corso dell’incontro interverrà anche l’ingegner Vittorio Zanon, direttore della rivista friulana di cultura “La Panarie”, rivista friulana di cultura.

Il secondo appuntamento, dal titolo “Il ferro e il vino-Gli anarchici a Monfalcone: la nascita del cantiere navale e le prime lotte sindacali e politiche”, è in calendario il 5 maggio e sarà a cura di Luca Meneghesso con l’introduzione di Marco Puppini. Grazie ai documenti di vari archivi storici è stata ricostruita la presenza di operai anarchici a Monfalcone. Questa è evidente fin dalla nascita del Cantiere. Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale numerosi attivisti subiscono l’internamento in quanto antimilitaristi e sovversivi. Finito il conflitto, in una Monfalcone distrutta, riprendono le lotte operaie, qui diverse figure si distinguono per la loro suggestione, tragicità, impegno e coerenza. Tra loro: Ermenegildo Gon, Vittorio Puffich, Ernesto Radich, Serafino Frausin.

L’ultimo appuntamento si svolgerà il 12 maggio e si basa su un epistolari privato di proprietà di Fulvio Madotto. “Grande guerra Grosse Krieg 1914–1918: il conflitto visto da una famiglia triestina attraverso le lettere inviate dal padre al figlio a Budapest” sarà una lettura scenica dello stesso Madotto con proiezione di immagini d’epoca e filmati storici. L’autore rievoca con le immagini la Prima guerra mondiale collocando testimonianze e fatti nel loro naturale ordine cronologico, da Sarajevo alla caduta degli Imperi centrali. Fotografie e filmati, elementi muti ma estremamente eloquenti nella loro collocazione storica, sono il ruvido filo conduttore di un periodo storico fra i più cruenti. Le lettere che l’anziano capo famiglia Giuseppe Bonetti scrisse al figlio Mario, responsabile a Budapest di una sezione del cantiere navale, sono oggi, a cento anni di distanza, una preziosa testimonianza di come la città visse gli anni del conflitto.