Resistenza e foibe: La storia dei partigiani non va infangata

da Il Piccolo del 5 maggio 2021 edizione di Gorizia-Monfalcone, pag. 21

Spettabile Il Piccolo, è comparsa in queste pagine una lettera di Renato Antonini, intitolata “Le targhe partigiane e la mancanza di umanità per Norma Cossetto”. Nella lettera, approssimativa negli aspetti di ricostruzione storica e autentico oltraggio alla memoria dei partigiani, si attacca la consigliera Cristiana Morsolin, in merito all’omaggio per la figura dell’istriana Norma Cossetto, morta in un contesto di guerra feroce nel 1943. Morsolin, agli occhi di Antonini sconterebbe inoltre la colpa di appartenere alla nostra associazione, il cui fine statutario è quello di “valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani e degli antifascisti, glorificare i Caduti e perpetuarne la memoria”. Per infangare la Resistenza, Antonini si appella alle complesse vicende della definizione dei confini nell’Alto Adriatico alla fine della Seconda guerra mondiale. Argomento estremamente delicato, che vide il fronte resistenziale – anche all’interno dello schieramento comunista – frammentato. Antonini procede quindi a contestare i monumenti alla Resistenza presenti sul territorio comunale attaccando in particolar modo la figura di Mario Fantini “Sasso”, comandante della Divisione Garibaldi Natisone e medaglia d’Argento al valor militare per le sue vittorie militari contro i nazifascisti. Vengono sollevati dei dubbi sulla sua figura nonostante “Sasso” sia uscito indenne dai molteplici attacchi giudiziari che dovette subire. I sottili distinguo che Antonini rivolge alla Resistenza cessano però del tutto nel momento in cui, nella lettera, egli affronta le vicende che videro protagonista Norma Cossetto. Eppure ancora di recente ampio risalto è stato dato da Massimo Storchi, che nel ruolo di referente storico per la toponomastica a Reggio Emilia ha evidenziato come manchino “notizie storiche certe e verificate riguardanti le vicissitudini che hanno portato alla cattura e all’uccisione della Cossetto”. Al loro posto, “solo fonti verbali circa l’accaduto, tutte provenienti da un un’unica fonte, la famiglia aderente al fascismo anche durante la repubblica di Salò mentre il padre morì combattendo a fianco dei nazisti durante la repressione antipartigiana in Istria”. Si noti en passant che nel 1943-45 la Germania nazista avesse effettivamente alienato la Venezia Giulia e il Friuli dal territorio nazionale italiano. L’Anpi non ricorda solo i partigiani e le partigiane comuniste, ma tutte e tutti coloro che hanno partecipato direttamente alla guerra partigiana contro il nazifascismo, per la liberazione d’Italia, e tutti coloro che, lottando contro i nazifascisti, hanno contribuito a ridare al nostro paese la libertà e a favorire un regime di democrazia, al fine di impedire il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo. È grazie a loro se anche Antonini ora può esprimere la sua opinione, che pure non ci piace, liberamente.

Comitato sezione Anpi di Monfalcone