Scampia: primavera umana

da Konrad 239, ottobre 2018, p. 9

Quaranta anni fa la legge 180 è stata la prima legge al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici, ma per chiudere definitivamente queste strutture in Italia ci sono voluti altri vent’anni. Uno degli ultimi a chiudere è stato quello di Udine.

Quaranta anni dopo un’esperienza di emancipazione e riscatto con protagoniste persone folli arriva dal Friuli. O meglio parte.

842 chilometri separano Udine da Scampia dove, per il settimo anno, si è tenuto dal 6 al 9 settembre il torneo di calcio Libera in Goal dedicato alla vittima innocente di Camorra Antonio Landieri.

Quest’anno è stato ricordato anche Giovanni, miglior portiere nella scorsa edizione, scomparso improvvisamente a soli 23 anni lo scorso maggio. Giovanni era il portiere di “Marangoni 105”, squadra nata in una residenza psichiatrica udinese che per il terzo anno è scesa in Campania per la sfida. Oltre a Marangoni 105, però, i protagonisti di questa esperienza animano anche il circolo Arci “Bar Sport”. Nato dalla collaborazione tra la cooperativa Duemilauno Agenzia Sociale e Arci Udine e Pordenone, vede, tra le altre cose, gli utenti della residenza psichiatrica gestire una volta a settimana il bar del circolo Arci MissKappa di via Bertaldia a Udine. 

Le partite di LiG, organizzate dall’associazione Voci di Scampia – Vo.Di.Sca. e Rime di Trieste in collaborazione con Libera Campania, Getup di Udine e Legalité di La Spezia, vedono protagoniste nove squadre: ogni squadra un racconto, un riscatto sociale, storie di resistenza e di esistenza quotidiana. Esiste un comune filo, sicuramente rosso, che accomuna in un percorso di riscatto Scampia e Udine. Per gli abitanti di Scampia è l’alternativa alla camorra attraverso cultura, memoria, condivisione. Ricordando le vittime innocenti della criminalità organizzata, si ricorda ciò che Scampia era e permette di guardare, talvolta commossi, a quello che è oggi. Scampia ora lotta, costruisce, scardina e protegge. Sono stati i percorsi, tra cui il torneo di Libera, creati dalle associazioni che hanno liberato il quartiere da quella che sembrava l’unica via: quella tracciata dalla mafia.

Per gli ospiti della residenza udinese, invece, l’alternativa all’istituzione, allo stigma di “malattia”, l’acquisizione di un ruolo con addosso un paio di scarpette di gomma dura o dietro il banco di un bar. Un viaggio in camper attraverso l’Italia. La visita di città nuove, la condivisione di spazi con persone sconosciute, la permanenza in un luogo con una storia complessa, la lotta contro la mafia e la sfida sul campo di calcio. Alla ricerca della propria strada, di un’alternativa.

Ma la camorra non è vinta. Si sta concludendo l’inaugurazione di Libera in Goal. Ecco i fuochi d’artificio. Non sono dei festeggiamenti: è arrivato un carico di droga. In base al colore capisci di che sostanza. Lo sanno tutti qui. Da noi le cose sono diverse ma la malavita prospera. Monfalcone è la località più ammorbata in regione. Qui si conoscono meno i dettagli ma è nota a tutti la presenza della camorra all’interno dei cantieri. Nella cittadina isontina la mafia ha pervaso capillarmente il tessuto sociale e politico fino a stravolgerne l’identità. Qui però nessuno neppure la nomina. Gli sceriffi qui sono troppo occupati a sparare” agli indiani per occuparsi dei fuorilegge.

Nominare la camorra, additarne i responsabili, riconoscerne le dinamiche, unirsi nella denuncia, trovare alternative alla marginalità. È così che a Scampia si vince la paura per potersi guardare in faccia e guardare al futuro con dignità: un’esperienza e un esempio.

Foto dalla pagina facebook Bar Sport ArciBar Sport Arci