Zone Libere e liberate

Konrad n. 238, settembre 2018, p. 9

Nasce un progetto per una festa della Repubblica Partigiana: per ricordare e per attualizzare la gioia della ribellione

Murales lungo il sentiero per Pàlcoda, luogo della memoria della Resistenza friulana Fra i tanti “Luoghi della memoria” della Resistenza friulana, singolare il borgo sperduto di Pàlcoda, sulle montagne sopra Tramonti di Sotto, base partigiana nell’estate 1944 e oggetto dei rastrellamenti nazifascisti dell’autunno (vi trovarono la morte il comandante Battisti, assieme a Sergio, Jole e Jena)

 

Era la fine del settembre e l’inizio di ottobre del 1944 un feroce e massiccio rastrellamento scatenato da nazisti, fascisti e cosacchi pose fine all’esperienza partigiana della Zona Libera della Carnia. Dopo che l’intera Carnia e la Valcellina furono perdute, le formazioni garibaldine e osovane si arroccarono nelle valli Tramontina e d’Arzino. Veniva stroncata un’esperienza in cui, nelle condizioni difficili proprie di un’area annessa al Terzo Reich, si svilupparono idee e pratiche di democrazia diretta che sembravano ormai dimenticati dopo venti anni di dittatura, e che anticiparono principi che furono poi ripresi, in parte, nella Costituzione dell’Italia repubblicana.

Proprio a Tramonti, presso il Campeggio Valtramontina, l’8 luglio scorso si è tenuto un incontro per iniziare un percorso organizzativo di una Festa della Repubblica Partigiana da realizzarsi in quel luogo il 2 giugno 2019, e per la costruzione di un progetto di individuazione, manutenzione e contestualizzazione dei sentieri e luoghi partigiani della zona. L’incontro è stato animato da una trentina di persone molte delle quali rappresentanti, militanti o collaboratrici di associazioni, comitati di accoglienza, realtà editoriali – tra cui Konrad – e altre organizzazioni con un’adesione potenziale ben superiore a quella delle presenze fisiche. L’idea è di costruire una giornata di festa, approfondimento e divulgazione storica sulla esperienza costituente della Repubblica su cui convergere a livello regionale in cui gli aderenti al progetto, con pari dignità, metteranno a disposizione competenze, tempo ed energie. La giornata vuole avere un carattere gioioso e diventare anche momento di coinvolgimento di artisti (musicisti, writers, illustratori, scultori…) disposti ad animarla e a produrre “una nuova estetica partigiana”. La festa sarà anche momento di autofinanziamento per sostenere il lavoro sui sentieri e luoghi partigiani, e avrà un approccio sostenibile, con l’acquisto di beni e servizi attraverso canali alternativi, in parte utilizzando reti Gas.

Dalle parole sentite all’ombra dei monti friulani è chiaro che questo percorso non potrà rimanere ingessato in un approccio meramente commemorativo ma dovrà trovare la via di una necessaria attualizzazione.

Attualizzare significa rendersi conto definitivamente che la storia non si è fermata il 25 aprile 1945 e che bisogna avviare un’operazione che rilanci la bellezza, l’estetica e quella gioia della ribellione che furono e sono partigiane.Il progetto, appena partito, già solo ad immaginarlo è ambizioso e con molti ostacoli ma il percorso appare un grande lavoro brulicante, un’operazione antifascista vivace che, mentre si concretizza, impara a organizzarsi come assemblea, presidio, memoria, provocazione, anticorpo, desiderio.

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