50 anni di Trieste all'Italia….

Oggi è il 50 anniversario dell’annessione di Trieste al territorio dello stato italiano. Come si usa a Trieste c’è stata un’enorme esibizione di un’identità mai avuta con un’orgia di tricolori francamente disgustosa. Del resto a Trieste millantare è un’attività piuttosto diffusa: sabato scorso sulla prima pagina del quotidiano locale “Il Piccolo” (che poi chissà perché si scrive in grande) c’era un articolo intitolato “Superdotato triestino nella biografia di Moana” in cui si dice che nella biografia dell’artista Moana Pozzi – indimenticata per la sua filmografia e la sua partecipazione a trasmissioni come “Quelli della notte” o “L’araba fenice” che hanno condizionato e condizionano tuttora la vita sessuale di tutti noi (o perlomeno la mia) – l’uomo che ha avuto rapporti sessuali con l’attrice più dotato “della virtù meno apparente” era triestino. Questo probabilmente dovrebbe consolare i triestini che – come noto – sono i più grandi consumatori di Viagra della penisola (oltretutto bisogna tenere presente che per pudore e risparmio tanti triestini si rivolgono per l’acquisizione di questi prodotti di “primaria necessità” alle vicine farmacie slovene il che aumenterebbe di molto il vantaggio).

Particolare divertente: qualche infiltrato nella metropoli giuliana ha esposto in mezzo ai numerosi tricolori la bandiera con l’aquila del patriarcato di Aquileia (“il gallinaccio” come viene amichevolmente chiamato) simbolo della patria friulana con – come aggravante – la scritta nel “crudeliter” linguaggio cavernicolo: Friûl.

Non si capisce poi bene cosa ci sia tanto da festeggiare quando a ben considerare – se si esclude il banale adagio fascista-irredentista che “Trieste è nostra” (di chi poi?) – Trieste è una città che è stata foraggiata economicamente e non solo in modo assistenziale e paternalistico come nessun’altra nel settentrione d’Italia. Del resto un porto senza entroterra non ha sbocchi commerciali (non è un caso che il fenomeno emigratorio sia stato così forte a Trieste). Probabilmente la mentalità dei “terroni del nord” – come sono altrimenti noti i triestini – è dovuta anche a questa storia.

6 Risposte a “50 anni di Trieste all'Italia….”

  1. nas tito
    IX Corpus

    mi pare una monata quanto”Trieste è nostra”

    Comunque per tutta onestà i triestini dovrebbero dire “che culo, abbiamo per vent’anni sbeffeggiato e violentato la maggioranza slovena che abitava alle nostre porte e poi sconfitti dopo aver invaso e devastato l’ex yugoslavia (Trieste era veramente una città fascistissimma e antislava) abbiamoperso le guerra ed esistiamo ancora”

  2. il tuo commento l’ho piazzato su tifonet, anche se non c’entra un cazzo e non te ne frega un cazzo. ( cera sporca) pin(gu)

  3. Che ridere a leggere Mene quando gioca a fare l’opinionista… o l’editorialista o l’elzevirista, se preferisce… Quando si mette a fare lo storico poi !?! lo spasso è davvero… ineguagliabile.
    Vabbeh… Piuttosto, lo sai che ho conosciuto il triestino superdotato che si è gùato la Pozzi? Almeno così lui mi disse in una mia recente incursione nella città alabardata. Vera o no che sia la storia, è comunque un soggetto che ti voglio segnalare.
    Si chiama Elvio (28 cm. a suo dire) e gestisce una trattoria in via Crispi: una bettolaccia, squallida ch’è tutto un programma. Ma si mangia bene (pesce in ispecie), si beve meglio e si paga un cazzo! Vino self service (caraffe da 1 l. che gli avventori sono usi portarsi da soli al tavolo, onde evitare inutili e sgradevoli perdite di tempo), trappa a go-go (buona, fresca, casereccia che solitamente ti viene servita al tavolo in pratici bottiglioni da 5 l.).
    Ma la vera attrazione del locale è il paròn (l’Elvio di cui sopra), una vera macchietta triestina…
    Insomma, un posto “sontuoso” come si sarebbe detto in quegli anni spensierati e – ahinoi! – ormai lontani.
    Ti consiglio vivamente una capatina.
    C. di Tarcento

  4. per la verità facevo il tarcentista con tanto di pugno chiuso e indice alzato.

    oltretutto quei tempi di trieste lontani sono solo per te: io sono a trieste ogni giorno e sono ancora universitario. lo stesso dicasi per gigetto. certo molte cose sono cambiate: a me per esempio sono cresciuti i peli pubici. comunque l’aria è sempre spensierata e frizzante

I commenti sono chiusi.