LEZIONI DI PSICHIATRIA

“Il mio punto di vista è molto semplice. Intanto distinguo nettamente le cooperative di tipo A da quelle di tipo B, o sociali. Le cooperative di tipo A sono agenzie di servizi; non sono cooperative sociali, checché ne dica la legge, e la loro evoluzione o il loro sviluppo personalmente non mi interessa granché. Delle cooperative di tipo B alcune fanno impresa sociale, nel senso che si appropriano di pezzi di sociale e lo utilizzano per permettere ai soggetti vulnerabili di lavorare; questa è la prima condizione per permettere ai soggetti vulnerabili di lavorare; questa è prima condizione per poter dire funziono. La seconda condizione sarebbe la bontà del prodotto che rende ‘sociali’ le imprese, ma nulla garantisce di questo; si tratta di vedere come funzionano, quali regole si danno. Non è certo l’esistenza di una cooperativa di tipo B in quanto tale a garantirci che siamo di fronte a una bella cosa.”

Franco Rotelli

Giovanna Gallio (a cura di) Io, la Clu. Conversazioni sull’essere e diventare cooperativa, edizioni e, Trieste, 1997, pag. 64