io non mi sento italiano

giorgio gaber

io GG sono nato e vivo a milano
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono
mi scusi presidente
non e’ per colpa mia
ma questa nostra patria
non so che cosa sia
puo’ darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia
mi scusi presidente
non sento un gran bisogno
dell’inno nazionale
di cui un po’ mi vergogno
in quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno piu’ pudore
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono
mi scusi presidente
se arrivo all’impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza
e tranne garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi
mi scusi presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo
da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono
questo bel paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
e’ la periferia
mi scusi presidente
ma questo nostro stato
che voi rappresentate
mi sembra un po’ sfasciato
e’ anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto e’ calcolato
e non funziona niente
sara’ che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione
persino in parlamento
c’e’ un’aria incadescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono
mi scusi presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire
a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo
mi scusi presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini
allora qui m’incazzo
son fiero e me ne vanto
gli spacco sulla faccia
cos’e’ il rinascimento
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono
questo bel paese
forse poco saggio
ha rime confuse ma
se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio
mi scusi presidente
ormai ne ho dette tante
c’e’ un’altra osservazione
che credo sia importante
rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo e’ un teatrino
mi scusi presidente
lo so che non gioite
se il grido italia italia
c’e’ solo alle partite
ma un po’ per non morire
o forse un po’ per celia
abbiam fatto l’europa
facciamo anche l’italia
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
lo sono
io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono

2 Risposte a “io non mi sento italiano”

  1. Perchè la divisa della nazionale si basa sul colore azzurro al posto dei colori della bandiera italiana (verde, bianco, rosso)? Il colore azzurro e’ un omaggio ai Savoia, la ex-famiglia reale italiana, i cui eredi al trono furono esiliati subito dopo la conclusione della seconda guerra mondiale per le gravi responsabilità storiche di cui si macchiarono. Come il Vaticano, decisero di assecondare il fascismo e l’entrata in guerra dell’Italia per non perdere vantaggi e per non mettersi contro il duce. Non a caso il motto di casa Savoia F.E.R.T. (che nelle interpretazioni ufficiali può significare Fortitudo Eius Rhodum Tenuit o Fides Est Regni Tutela, ossia “la fede è la protezione del regno”) durante il fascismo diventò satiricamente Foemina Erit Ruina Tua (la donna sarà la tua rovina). Anche se l’Italia del dopo-guerra non era così anti-monarchica, anzi, molto presumibilmente alle famose elezione monarchia/repubblica vinse la monarchia, salvo trucchi e brogli.

    Fino al 1911 le divise delle squadre di calcio erano molto semplici, e utilizzavano quasi esclusivamente il bianco. Il 6 gennaio la nazionale italiana disputò un’amichevole contro l’Ungheria a Milano, e in onore ai Savoia l’Italia vestì la casacca azzurra. Da allora, nonostante la sconfitta di quella partita inaugurale, il colore ufficiale di tutte le nazionali italiane divenne l’azzurro.

    Anche l’Olanda veste i colori della famiglia reale: il Principe Guglielmo d’Orange e’ infatti originario della regione Oranje, che in olandese significa arancione. Quindi, nonostante i colori della bandiera olandese siano arancione, bianco e blu, la maglia ufficiale è arancione in onore della famiglia reale.

    Anche l’Australia nella divisa non utilizza i colori ufficiali della sua bandiera (rosso, bianco, blu) bensì il verde e l’oro: sono i colori della Acacia pycnantha (mimosa dorata), pianta simbolo dell’Australia.

    Il Giappone utilizza il colore blu per la propria maglia nazionale, nonostante i colori della bandiera siano il bianco e il rosso. Motivo? Non si sa, ovvero non c’è una spiegazione ufficiale. Tra le ipotesi più probabili la scaramanzia: in una partita del 1936 il giappone dovette indossare il colore blue per differenziarsi dagli avversari molto piu’ forti, e vinse. Da allora si adotto’ sempre piu’ spesso il colore blu.

    L’ostinarsi a mantenere quel simbolo imbarazzante è l’esempio più plateale dell’incuranza alle vicissitudini storiche. Anche perché c’è da stendere un velo pietoso sulle vicende giudiziare di Vittorio Emanuele di Savoia anche dopo la fine della guerra:

    All’inizio degli anni 70 viene indagato per traffico d’armi internazionale (figura di mediatore per la vendita di elicotteri Agusta – prodotti dal conte Agusta – all’Iran). Il giudice Mastelloni viene trasferito d’ufficio, il caso si perde nei meandri delle aule giudiziarie. Nell’estate del 1978, in Sardegna, litiga con il miliardario Nicky Pende, imbraccia il fucile e spara alcuni colpi. Uno di questi colpisce un ragazzo che dormiva in una barca vicina. Dopo 4 mesi di agonia Geerd Hamer, 19 anni, muore ucciso da Vittorio Emanuele. Al processo svolto a Parigi nel 1991 Vittorio Emanuele viene condannato a soli 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco.

    Risulta iscritto alla loggia massonica P2 (tessera numero 1621).

    Infine, viene arrestato con accusa di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.

    Attualmente nei confronti del principe (suo figlio, tale e quale a papà!) le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione.

    L’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al falso fa riferimento ( secondo quanto si è appreso ) ad un vero e proprio “mercato” dei nulla osta per i videogiochi ed altri apparecchi elettronici utilizzati per il gioco d’ azzardo. Nella vicenda gli investigatori hanno scoperto legami con esponenti della criminalità organizzata siciliana.

    L’altra accusa, quella di associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione, riguarda il reclutamento di ragazze da offrire a clienti del casinò di Campione d’Italia.

    Quando urlate Forza Azzurri ricordatevi che rendete omaggio anche a questa persona.

    Un curioso paradosso esiste anche per quanto riguarda il nostro inno, strombazzato con orgoglio in ogni competizione: in tanti conoscono le prime strofe e il ritornello, ma veramente pochi lo conoscono tutto. Comunque pochi veramente sanno…come va a finire, con riferimenti alle formazioni dell’esercito romano (la coorte), all’Austria, ai Balilla, ai cosacchi! E qui diventa curiosità storica: cantato prima delle partite da milioni di italiani, ma conosciuto da pochi.

    L’inno nazionale italiano fu composto da Goffredo Mameli all’età di 20 anni, due anni prima di morire (Genova 1827, Roma 1849). Mameli era un giovane patriota, che ebbe il coraggio di esporre il tricolore durante l’assedio austriaco, che organizzò una spedizione in aiuto di Nino Bixio durante l’insurrezione di Milano, che fu arruolato come capitano nell’esercito di Garibaldi. Un coraggioso eroe morto sul campo di battaglia, ma in maniera assurda: fu ferito alla mano dalla baionetta di un compagno d’armi durante la liberazione di Roma, ma la ferita si infettò e mori a soli 22 anni.

    L’inno di Mameli in origine si chiamava Il canto degli italiani e fu messo in musica da Michele Novaro. Fu composto nel clima patriottico che sfociò nella guerra contro l’Austria. Successivamente fu Giuseppe Verdi a sceglierlo come inno a simboleggiare la patria (a discapito della Marcia reale). L’inno di Mameli diventa inno nazionale nel 1946, dopo la proclamazione della Repubblica (ufficialmente solo con legge del 2005).

    Testo inno nazionale

    Fratelli d’Italia

    l’Italia s’è desta

    dell’elmo di Scipio

    s’è cinta la testa

    Dov’è la vittoria?

    Le porga la chioma

    che schiava di Roma

    Iddio la creò!!!!

    Stringiamoci a coorte

    siam pronti alla morte

    siam pronti alla morte

    l’Italia chiamò!

    Stringiamoci a coorte

    siam pronti alla morte

    siam pronti alla morte

    l’Italia chiamò!!!!!!

    Noi fummo da secoli

    calpestati, derisi

    perché non siam popoli

    perché siam divisi

    Raccolgaci un’unica

    bandiera, una speme

    di fonderci insieme

    già l’ora suonò!!!!!

    Stringiamoci a coorte

    siam pronti alla morte

    siam pronti alla morte

    l’Italia chiamò!!!(2 volte)

    Uniamoci, amiamoci!

    l’unione e l’amore

    rivelano ai popoli

    le vie del Signore.

    Giuriamo far libero

    il suolo natio:

    uniti, per Dio

    chi vincer ci può?

    Stringiamoci a coorte

    siam pronti alla morte

    siam pronti alla morte

    l’Italia chiamò!!!(2 volte)

    Dall’Alpe a Sicilia,

    dovunque è Legnano;

    ogni uom di Ferruccio

    ha il core e la mano;

    i bimbi d’Italia

    si chiaman Balilla

    il suon di ogni squilla

    i Vespri suonò!!!!!

    Stringiamoci a coorte

    siam pronti alla morte

    siam pronti alla morte

    l’Italia chiamò!(2 volte)

    Son giunchi che piegano

    le spade vendute

    già l’Aquila d’Austria

    le penne ha perdute.

    Il sangue d’Italia

    e il sangue Polacco

    bevè col Cosacco

    ma il cor le bruciò!!!!

    Stringiamoci a coorte

    siam pronti alla morte

    siam pronti alla morte

    l’Italia chiamò!(2 volte)

    Quando fu creata la costituzione italiana nel 1946, la stessa classe politica che aggiunse la disposizione transitoria che vietava la ricostituzione del partito fascista fu la stessa che scelse l’inno di Mameli come inno nazionale, contenente dei riferimenti a lungo utilizzati dal duce (i Balilla erano le gioventù indicate secondo i crismi fascisti). In quel periodo storico Balilla ricordava di più il duce che non l’eroico bambino morto nel 1850. Chissà se gli austriaci, quando giocano contro la nostra nazionale, sanno che il nostro inno li prende in giro.

    Non solo ma i riferimenti storici dell’inno non rispecchiano assolutamente i valori di un popolo che si definisce pacifico e pacifista. Anzi, leggendo le parole dell’inno di Mameli,il testo è alquanto macabro e sanguinario, di un popolo si sanguinari assassini con la vendetta nel cuore e la voglia di linciaggi e pubbliche esecuzioni.

    Poi per un Paese che si definisce laico e indipendente, tutti i riferimenti al dio cattolico non sono per nulla legittimi. Un italiano di una qualsiasi altra religione (per esempio politeista) o per un ateo non viene assolutamente inglobato in quest’inno.

    Dopo di che…buon mondiale!

    da http://www.loscemodelvillaggio.splinder.com/

I commenti sono chiusi.