Velimir, il “clandestino” cancellato dal computer

Qualche mese fa a Velimir Dabeti, 37 anni, è stato scoperto col permesso di soggiorno scaduto. Come prevede la legge, gli è stato impartito l’ordine di lasciare il paese. Non ha obbedito ed è stato arrestato. Routine giudiziaria dell’Italia della Bossi-Fini. Solo che Velimir non ha avuto difficoltà ad ottenere l’assoluzione. Per un motivo banalissimo: ha dimostrato che, se uscisse dall’Italia, non saprebbe dove andare. E’ un fantasma anagrafico. Precisamente, in lingua slovena, un “izbrisano”. Un “cancellato”.

Assieme ad alcune migliaia di uomini e di donne, è rimasto vittima di un atto di violenza antichissimo ma realizzato con la più moderna delle tecnologie. Una “pulizia etnica” messa in atto attraverso il computer.

Storia complicata nel suo sviluppo, crudelmente semplice nelle conclusioni. Per comprenderla dobbiamo fare un salto indietro di quindici anni, al 25 giugno del 1991. Quel giorno la Slovenia dichiarò la propria indipendenza e divenne uno Stato autonomo. Con tutti i problemi di uno Stato di nuova fondazione: in primo luogo, l’individuazione dei suoi cittadini. Problema particolarmente complesso all’interno della disgregata federazione jugoslava. In Slovenia vivevano da anni migliaia di uomini e donne nati in altri Stati della federazione. Così, lo stesso giorno della proclamazione dell’indipendenza, fu promulgata la “legge sulla cittadinanza”. Stabiliva che i cittadini delle altre repubbliche che risiedevano stabilmente in Slovenia – entro sei mesi – dovevano presentare la domanda per il conseguimento della naturalizzazione.

“Entro sei mesi”. In queste tre parole c’è la causa fondamentale della tragedia di Velimir e degli altri “cancellati”. Un numero imprecisato di persone (quasi ventimila secondo fonti governative, ma sessantamila secondo altre stime) che non presentarono la domanda per tempo. Si trattava di persone umili, poco informate, o di lavoratori emigrati all’estero.

Ma il caso di Velimir ha una particolarità in più. I genitori e i fratelli sono montenegrini mentre lui è nato in Slovenia. In pratica è diventato un “izbrisano” per un fenomeno di “attrazione anagrafica” della sua famiglia. Col risultato surreale che, mentre i genitori e i fratelli hanno l’opportunità di prendere la cittadinanza montenegrina, lui non può. E’ montenegrino per gli sloveni, ed è sloveno per i montenegrini. Con l’aggravante d’essere emigrato in Italia.

E’ venuto da noi nel 1990. Fino al 1996 ha lavorato nella provincia di Vicenza. Poi si è trasferito a Verona dove è rimasto fino al 2002 quando il suo unico documento – un passaporto della scomparsa federazione jugoslava – è scaduto definitivamente. Velimir era un “izbrisano” da anni ma, finché aveva avuto il passaporto, era riuscito a condurre un’esistenza normale. Dal 2002 è un clandestino. Vaga per l’Italia svolgendo saltuari lavori in nero. In questi quattro anni è stato prima a Trento, poi a Bolzano, quindi a Rimini. La sua ultima residenza è nei pressi di Senigallia.

Al contrario di altri “izbrisani” non ha potuto mettersi in regola attraverso le parziali modifiche alla legge sulla cittadinanza che la corte costituzionale slovena ha faticosamente imposto al governo. Attualmente, la sua unica opportunità per uscire dalla condizione di fantasma è che l’Italia lo riconosca come apolide. Infatti, ha presentato la domanda, ma dovrà attendere almeno un paio d’anni. Nell’attesa Velimir Dabeti non esisterà. Non potrà fare nulla. Il suo caso, assieme a quelli di altri otto “cancellati”, è ora all’esame della Corte europea per i diritti dell’uomo.

(glialtrinoi@repubblica. it)

(16 luglio 2006)

DA http://www.repubblica.it/2005/b/rubriche/glialtrinoi/velimir-dabeti/velimir-dabeti.html

5 Risposte a “Velimir, il “clandestino” cancellato dal computer”

  1. VIOLENZA DI STATO!

    Vilolenza-di-stato! Violenza di stato è una storia vera dell’ingiustizia e d’abuso di potere, che i suoi fatti sono accaduti realmente a Roma del 1990 fin qui, dove proseguiva ancora senza nessun motivo tranne quello causato della follia fascista e razzista di (“alcuni operatori della legge e una parte degli operatori dello stato anti l’interesse comune ! Inoltre è stato fatto tutto per controllare questo delitto tra gli amici come facevano gli operatori della legge e lo stato, che mi perseguitavano perchè ero una persona scomoda fin dove sono diventato un corpo di reato da far sparire, ed esempio il caso del comandante dei servizi segreti romani Lussese Vincenzo, cha ha ordinato ai sui fedeli di distruggermi nel 1990/1, grazie ai suoi fedeli in azione da molti anni per liberarsi di me in un modo illegale! Ma in questa parte di questo delitto le cose si sono peggiore, perchè si è scoppiato lo scandalo nelle loro mani causando un caos nel mondo dei servizi segreti e il servizio dell’ordine romano! Inoltre questa storia di corruzione e ingiustizia privata non è più un segreto tra gli amici come si faceva del 1990, per questo credo che sia giusto condividerla con gli italiani per bene, giacchè non mi dispiace se gli stranieri sappiano i sui particolari per rendesi conto della giustizia della giungla che li ha riservato lo stato e il sistema in cui vivevano! In fine vorrei ricordare che il comandante C.l maggiore dei SERVIZI SERGRETI romani, il “mitico” LUSSESE VINCENZO, sostenuto dai sui fedeli sono impegnati per chiuede questo blog dopo il mio e-mail, che non piace agli umani di regime in questa città in cui mi perseguitavano e violentavano la mia persona da 16 anni! Chiudere il mio blog non mi dava fastidio, perchè faceva parte della guerra e violenza di stato contro di me, ma una iniziativa del genere significa molto per me, poichè rimette in discussione il sistema del comandante e i destinti signori e signorini, che sostenevano violenza di stato! Ripensate il mio blog!

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