CANE NON MANGIA CANE

Ovvero lo squallido teatrino tra centrali cooperative e sindacati confederali

Si è innescato a livello nazionale e anche a livello locale un patetico scambio di accuse e di reciproca attribuzione di responsabilità tra le centrali cooperative e i sindacati confederali circa il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale dei lavoratori delle cooperative sociali caduto da quasi tre anni.

La discussione in atto sarebbe patetica se non fosse tragica la realtà della precarietà dei lavoratori del settore in questione e di conseguenza degli “utenti” da loro seguiti.

È evidente il basso profilo del confronto dai toni ipocritamente duri a fronte di prese di posizione pratiche nulle (i sindacati minacciano scioperi e azioni sindacali sempre prorogati e quando attuati – in modo eclatante e dai toni pubblicitari – nelle realizzazioni molto più teneri di quanto annunciato; le centrali cooperative e le grandi cooperative sociali accusate di immobilismo se non di atteggiamenti illeciti tuonano contro il sindacato salvo poi ricucire gli strappi).Insomma i cani oltre a non mangiarsi reciprocamente come recita l’adagio quando abbaiano non mordono…

Tutto questo mi suscita una domanda: CUI PRODEST?

Sicuramente non ai lavoratori questo è evidente.

I sindacati confederali invece (dopo anni di totale disinteresse a un settore in rapida crescita – per quanto riguarda fatturato e numero di impiegati – per il progressivo smantellamento del Welfare e le conseguenti esternalizzazioni o terziarizzazioni e un altrettanto progressiva perdita di iscritti e consensi) con queste iniziative demagogiche stanno recuperando approvazione tra gli sprovveduti lavoratori impiegati nelle cooperative sociali.

Le centrali cooperative d’altro canto – spingendo su una ideologia cooperativistica (del tipo la coop sei tu per intenderci) che poco ha a che vedere con quel che nei fatti queste imprese (sempre più le cooperative sociali TENGONO ad essere riconosciute e chiamate “IMPRESE” sociali…) mettono in atto – nascondono la propria parte di colpa per rigettarla sulla controparte e nel frattempo risparmiano su salari e diritti dei lavoratori (l’idea che tutti i soci delle cooperative siano uguali è evidentemente utopico e distante dalla realtà dei fatti tra premi, gettoni, rimborsi e squilibrio di potere la differenza tra soci lavoratori – per non parlare di dipendenti o co.co.pro. et similia – e gli amministratori è enorme).

Unica soluzione è l’autorganizzazione dei lavoratori e la creazione di strumenti anche e soprattuto sindacali di resistenza e rivendicazione.

È ora di dire basta a questa commedia che ha i toni da un lato della farsa dall’altro della tragedia.

Rinnovo del contratto subito! Riconoscimento degli arretrati! Parificazione tra diritti dei lavoratori delle cooperative e i dipendenti pubblici! Eliminazione dei contratti precari!

Tanto per cominciare…