Cinema e follia: RUST & Berlin Calling

Era un po’ che non guardavo film “psy-themed” per così dire. Di recente ne ho visti casualmente un paio…

Mi sono imbattuto cercando un altro film su emule in: Rust – A journey home. A faith restored.

Il film è una storia ambientata in Canadà e tratteggia il recupero della fede da parte di un sacerdote.

Al tempo stesso è la storia della riabilitazione di una persona sofferente di disturbo mentale che viene accusata/si accusa di un delitto efferato.

Il film ha una parte molto forte quando tematizza la lotta allo stigma fino a fare emozionare. Poi però c’è tutta la parte di morale cristiana (a me particolarmente invisa) che personalmente ho trovato fin stucchevole anche in considerazione del fatto che nella mia esperienza professionale ultradecennale con le persone con disturbo mentale MAI ho visto cattolici volontari, raramente operatori (e i pochi credenti di un cattolicesimo/cristianesimo sui generis) ma di solito neppure persone devote ben disposte verso questi figli disobbedienti alle leggi del branco troppo spesso blasfemi, talvolta sboccati e trasandati, sempre accompagnati da tipi strani. Le esperienze di maggior rigetto, sospetto e in ogni caso stigma le ho viste da parte di prelati. Questo film allo stato attuale è l’unica sconferma alla mia esperienza. E infatti si tratta di finzione.

Qui il trailer:

 

Altro film altra storia e altro spessore: Berlin Calling

Bel film – propostomi da un collega durante un turno e visto con alcuni “utenti” – che parla del problema quanto mai attuale delle “doppie diagnosi”. Insomma le persone che hanno dipendenza/e da sostanze di qualche tipo e al tempo stesso vivono situazioni di disagio mentale.

La sceneggiatura ci parla di un dj berlinese di successo che esagera nel consumo di sostanze psicoattive fino a che per i suoi comportamenti bizzari e talvolta antisociali non viene psichiatrizzato.

Molto bella la prima parte in cui la storia – ritmata da musica elettronica che piacerà ai cultori del genere firmata da un dj berlinese “vero”: Paul Kalkbrenner – si sviluppa al di fuori da rassicurazioni posticce. Peccato per il finale dove – dopo una scena che segue Qualcuno volò sul nido del cuculo troppo pedissequamente  per essere realmente apprezzata – ci si consola con una possibile convivenza tra folli e normali, condita per i primi però da normalizzazione e psicofarmaci. Piacerà a chi ripete più o meno meccanicamente che dalla “malattia mentale” si “guarisce”.

Qui il film completo da youtube: