Una storia di assenzio e di fate

su Konrad di settembre 2017

Un geniale fumetto di Paolo Cossi e una distilleria unica in Italia

Questa storia è stata scritta da Paolo Cossi. O meglio disegnata, perché “Cloe. La Fata Verde” è un fumetto.Paolo Cossi, nato a Pordenone nel 1980, appartiene alla nutrita schiera di disegnatori che, partendo dalla nostra regione, sono divenuti noti a livello nazionale e internazionale per la loro arte, fortunatamente non più considerata minore. Tra le sue opere tradotte in decine di paesi “Tina Modotti”, “Unabomber”, “Anarchia per erbe bollite” (da un racconto dell’amico poeta Federico Tavan), “Medz Yeghern, il Grande Male” (sul massacro degli armeni da parte dell’Impero Ottomano nel 1914-16), “Biografia a fumetti di Hugo Pratt”, “1914. Io mi rifiuto!”, “Il Terremoto del Friuli”. Paolo inoltre è fondatore e animatore dell’Archivio del Fumetto d’Alta Quota ad Andreis (PN), nel Parco Naturale Dolomiti Friulane.

Il folletto del fumetto italiano in questa sua nuova opera, suggestiva e delicata, ci parla dell’assenzio per svelarne storia e misteri e demistificarne pregiudizi e sospetti. Per farlo mette in scena, in una Parigi di fine Ottocento, Cloe la fata verde che comparirebbe a chi assapora la bevanda solitamente associata ai poeti “maledetti”.

Qual è la storia dell’assenzio? Come emerge dal libro – che ha anche una parte storica e una guida all’assunzione – l’assenzio (Artemisia absinthium) nel suo uso moderno viene scoperto in Svizzera pochi anni dopo la Rivoluzione del 1789 da un medico francese là rifugiato. Qui riprende un elisir locale a cui dà un uso medicinale. Per una serie di coincidenze, la ricetta arriva tra le mani di Henri Louis Pernod che inizia a distillarlo a livello industriale.

Durante la guerra d’Algeria la bevanda viene utilizza per curare la dissenteria quindi, terminata la guerra al ritorno in patria, quando i soldati francesi iniziano a richiedere l’absinthe nei locali pubblici la rendono ancora più diffusa.

Nel 1870, a causa della fillossera che decima gran parte dei vitigni, il vino diventa raro e costoso e i francesi iniziano a consumare massicciamente l’absinthe. Parte quindi una campagna diffamatoria promossa dai produttori di vino, cognac, brandy e whisky contro l’assenzio, colpevole secondo i “loro” studi scientifici di causare gravi danni alla salute. È in questo clima che nasce il falso mito degli effetti allucinogeni della bevanda che persiste tuttora. L’episodio che scatena la messa al bando dell’absinthe arriva nel 1905, quando un certo Lanfray stermina la famiglia dopo aver bevuto due bicchieri di absinthe. Si tace che l’assassino aveva bevuto molto altro.

In Italia l’assenzio non ebbe la diffusione che aveva in Francia, tanto che nessuno lo vietò fino al 1931. C’è da dire che in quel periodo in Italia era proibito quasi tutto, mancava da vietare l’assenzio e Mussolini non ha certo voluto essere stato da meno di “Questi idioti di francesi [che] devono la loro decadenza e il loro cretinismo a tre elementi: la sifilide, l’assenzio e la stampa libera”. L’assenzio rimase fuori legge in Francia fino al 1988, in Italia fino al 1992.

Il libro è arricchito da un intervento di Andrea Sica dell’Academie d’Absomphe Associazione Italiana per la tutela dell’Assenzio e le presentazioni pubbliche del volume sono accompagnate da una degustazione del solo produttore di assenzio in Italia: Mistico Speziale che Saverio Denti, giovane di Reggio Emilia, ha fondato per produrre distillati a chilometro zero: dal campo all’alambicco: Primo tra tutti, l’assenzio.