Come se ce ne fosse bisogno…

 Mi manda rai tre puntata del 26/01/2007: viene presentato un caso di mobbing che ha come protagonista il dott. Nazario Di Cicco già ortopedico presso l’ospedale di Aversa dipendente dalla Asl Caserta 2. Il dott. Di Cicco nel 2000 ha fatto diverse denunce dello stato di degrado e dei disservizi dell’ospedale presso cui era impiegato che hanno trovato eco anche sulla stampa (Gazzetta del Mezzogiorno, Corriere della Sera). Nel 2001 contestualmente (o quasi) all’insediamendo del dott. Franco Rotelli come direttore generale della Asl casertana (transfugo dal Friuli Venezia-Giulia dove era salita al governo regionale una giunta di centro-destra) e poco dopo una domanda di trasferimento del dott. Di Cicco lo stesso dottore riceve una lettera in cui gli viene diagnosticata una non meglio precisata “mobbing syndrom”. Per completezza l’avvocato del dott. Rotelli avv. Francesco Marco De Martino sottolinea con una lettera (inspiegabilmente e malauguratamente per lui e quello che rappresenta Rotelli è fuggito dal contradditorio in studio…) che in precedenza il Di Cicco si era recato da uno psichiatra della Asl per un suo timore di essere possibile vittima di acting out suicidiari.
La diagnosi di mobbing syndrom viene poi nel 2003 cambiata da una psichiatra TRIESTINA (Di Cicco sottolinea più volte) fatta assumere (in questo modo dando l’idea di sottintendere una pratica di clientelismo) da Rotelli in “disturbo della personalità”.
In seguito a questa diagnosi per il dott. Di Cicco diventa impossibile trovare impiego.
 
Ora non credo sia importante capire chi sia il millantatore o comunque in colpa e in ogni caso ci sono dei procedimenti legali che daranno un responso in un senso o nell’altro. Fatto sta che l’attacco alla psichiatria sedicente “democratica” è forte e la colpisce in un punto in cui è particolarmente scoperta. La psichiatria “democratica” e nella fattispecie quella triestina facente capo alla figura e all’opera di Franco Basaglia nel momento in cui ha messo fenomenologicamente la malattia mentale tra parentesi ha lasciato aperta una delle sue molte contraddizioni: infatti a Trieste nonostante le parentesi le diagnosi si fanno eccome (come ci insegna questa storia) però non bisogna dirlo. Come fosse una specie di tabù. O una vergogna.
La psichiatria emendata da Basaglia – rimanendo pur sempre una psichiatria– non è riuscita a sorpassare né a sotterrare la psichiatria “ufficiale” e questi attacchi – duri e decisi come si è notato dall’insistenza di Di Cicco sull’appartenenza di Rotelli (che Di Cicco definisce: “psichiatra che dice di essere di valore”) e della psichiatra diagnosticante il disturbo della personalità a Di Cicco all’esperienza triestina – sottolineano questo problema insoluto. In ogni caso è chiaro che questo episodio non porterà a nulla di concreto se non – nell’ipotesi peggiore per Rotelli che comunque ha tra una cosa e l’altra ampia disponibilità economica – al risarcimento nei confronti del “mobbizzato” (o presunto tale) Di Cicco.
Senza dubbio però – se non altro per lo share della trasmissione – un altro sfregio all’immagine della psichiatria “democratica” e triestina in particolare.