elettroshock a chi lo propone

«Non fatelo un’altra volta. È la morte»

S. E., di professione ingegnere e di anni 39 e fermato alla stazione centrale e sprovvisto di biglietto valido e evidentemente non in possesso delle sue piene facoltà mentali – primo soggetto sottoposto ad elettroshock

Oggi è uscita la notizia di una petizione che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe venir presentata al Ministro Turco da parte dell’Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (Aitec) [sic!]

La faccenda ha diversi risvolti:

primo: la sede della presentazione di questa petizione mi pare curiosa: il congresso della Sopsi (la Societa’ italiana di psicopatologia)… a ben guardare l’elettroshock è in ogni caso l’abdicazione ad ogni idea di reciprocità di rapporto terapeutico e la sede potrebbe essere fuori luogo… o forse no???

Secondo: l’elettroshock non è vietato in Italia. Gli psichiatri anche con la 180 non devono rendere conto degli "strumenti terapeutici" che adottano. Probabilmente anche questo attacco rientra in un più generale strategia contro le conquiste civili della fine degli anni ’70 – come ad esempio il diritto all’aborto – in questo momento di incertezza politica. Infatti il presidente dell’Aitec Athanasios Koukopoulos se la prende con la legge 180 frutto di «un movimento anti-psichiatria che a partire dagli anni ’60 ha provato a sottrarre i disturbi psichici alla medicina.»

Dulcis in fundo: poco più di un anno fa l’associazione di familiari Unasam segnalava l’abuso dell’elettroshock nei servizi di salute mentale a dimostrazione dell’utilizzo che poi di queste apparecchiature viene fatto e come non ce ne sia un bisogno (perchè già ci sono ‘sti aggeggi e perchè "l’utenza" non ne sente la mancanza…); la cosa sconvolgente e che tradisce il vero intento di questi aguzzini è che quello che richiedono è "Favorire l’installazione di servizi di Terapia Elettroconvulsivante (TEC) (Elettroschock) nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura presso gli Ospedali pubblici italiani". Però quei reparti sono deputati alla gestione della crisi e quindi l’utilizzo di elettroshock lì avrebbe solo uno scopo intimidatorio o punitivo.

C’è poco di terapeutico nel fulminare con la corrente elettrica una persona depressa e magari delirante o reduce da un tentativo di suicidio…

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Ugo Cerletti