i pagliacci

oggi come spesso capita d’estate ho subito il forte richiamo nazional-popolare delle sagre. Cena a Turriaco alla ormai tristemente piddina Festa de L’Unità (alla faccia di Gramsci che ormai è da un pezzo che si rivolta nella tomba…).

Arrivo con largo anticipo per la cena a buon ora delle bimbe… insomma alle sei e mezza già siamo lì… con mio sommo disappunto leggo che per le 19.45 è prevista una conferenza della Serracchiani e di Rosato (che sia imparentato con qualche persona conosciuta? No non è possibile il nostro Ros(s)ato nazionale sotto sotto vota Forza Italia come disse un tale… Però l’onorevole Ettore ha un nero passato sento dire a Trieste quindi forse sì: sono imparentati ancorché con una S di meno o di più a seconda…).

Cena in fretta e furia per evitare di incrociare la nuova classe digerente pd(u?)ista ma tra tempi tecnici di ingomeamento bimbe, giochi e chiacchiere con conoscenti il tempo vola e ce ne andiamo ben dopo le 20.15 quando ancora nulla è accaduto: solo 1/4 d’ora prima è arrivato il Rosato.

Mentre Mene vado penso che per questa volta perlomeno a mangiare saranno gli altri: il “popolo”, i cittadini, i votanti, i bisiachi (stranamente – o forse no – alle sagre si trovano solo bisachi e al limite furlani delle zone finitime con esclusione di tutte le altre etnie che compongono il variegato insieme monfalconese).

Poi Frà mi dirà che in realtà poco dopo il suo arrivo Rosato si è imboscato in cucina… insomma a mangiare i politici proprio non riescono a farne a meno..

Nota positiva: le persone presenti – molto meno che negli anni scorsi a occhio – erano tutte intente a ingozzarsi della (buona devo dire) cucina della sagra (ottimo lo spritzone a 1 € tra l’altro…) e per nulla interessate al prossimo arrivo dei papaveri (e papere) rossi…

Dopo essermi riuscito a risparmiare gli sproloqui di ‘sti 2 buffoni decido di andare nell’amena località di Roncjs di Monfalcon (per dirla alla furlana) ovvero sia Ronchi dei Legionari (come dicono i-taliani non rendendosi conto della mistiFICAzione nazionalistica del toponimo).

Qui c’è la nota quermesse dell’Agosto ronchese che per prestigio-importanza sta collassando con i conti del comune viene da pensare… insomma rispetto a solo pochi anni fa… ‘na merda…

Ai due pagliacci di cui sopra si sostituiscono il buon vecchio Sdrindule in una delle sue sortite in terra bisiaca dove non è la prima volta che lo trovo. Con buona pace di mio papà – suo entusiasta sostenitore nonché ex-compagno di classe – reggo il signor Ermes Di Lenardo in arte Sdrindule per poco più di un minuto dopo di che ritirata strategica verso una piazza vicina dove un altro commediante allestirà uno spettacolo di burattini molto divertente (in cui fa anche una battuta sulle Feste de L’Umidità…) dopodiché problema tecnico con le picie e ritirata strategica…