IL GIOCO DELL'ESTATE

Lunedí 09.07.2007 11:30

Media & Rimedia/ Santoro fa il botto con il video dei preti pedofili…

Vaticano/ Documentario BBC, don Di Noto ad Affari: "Santoro, non parlare solo di preti pedofili"

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Si chiama Operazione: pretofilia ed è il gioco che ha sollevato un polverone nel mondo cattolico dopo la bufera sui preti pedofili. Il videogame, che trasforma i preti in cacciatori, i bambini in prede e rende pedine che sembrano vestite come vescovi "agenti dissuasori" incaricati di mettere a tacere eventuali testimoni, è diventato un caso. Pubblicato in versione flash su un sito italiano (gli autori si definiscono "autori di giochi politici") il 23 giugno, è stato rimosso il 25 su segnalazione di don Fortunato Di Noto, il sacerdote antipedofilia fondatore di Meter. "E’ stato segnalato alla Polizia Postale", dice ad Affari, "per verificare se ci fossero estremi di reato".

Dubbio venuto anche ad un onorevole dell’Udc, Luca Volontè, che con un’interpellanza urgente ha chiesto al Governo di prendere provvedimenti riguardo al gioco. E che si è visto cracckare, cioè attaccare da pirati informatici, il proprio sito personale. Volontè, tra l’altro, aveva ottenuto una risposta dal Sottosegretario Paolo Naccarato, che aveva assicurato: "si sta cercando di rimuovere la pagina web del server dove la stessa è ospitata"; questo perché l’onorevole aveva fatto appello alle clausole sulla "Pornografia virtuale" della legge 38 del 6 febbraio 2006, che dice: "Per immagini virtuali si intendono immagini realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate in tutto o in parte a situazioni reali, la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali".

 

La schermata inglese del gioco, con la lettera  firmata da Benedetto XVI
 

Ma torniamo al gioco, che è riapparso – sia pure in versione censurata, sulla Rete. Mentre si carica la prima schermata, ecco la frase evangelica: "Lasciate che i bambini vengano a me". Poi la lettera, "Magnum Secretum", che accompagna il gioco, firmata – nella versione non censurata – da Benedetto XVI (in quella "purificata" sembra da "Topo Gigio II", ma la firma è poco chiara). "Cardinale, – scrive Benedetto XVI – Topo Gigio II – ancora una volta il clero è al centro delle polemiche per certe consolidate abitudini sessuali, i cosiddetti ‘abusi’ ai danni dei minori". Per cui: "La priorità della Chiesa è di mettere a tacere ogni voce a riguardo ed evitare che i peccatori vengano catturati e processati secondo le leggi particolari. A questo fine – procede la lettera – abbiamo costituito una task force da impiegare nelle zone a rischio con il compito di consolidare l’omertà all’interno delle nostre istituzioni e impedire l’ingerenza delle forze di polizia". Quindi la missione: "Il suo compito è di guidare questa task force e contenere lo scandalo fino a quando l’attenzione dell’opinione pubblica sarà scemata". Perché "Questa è un’importante missione in difesa dei nostri stili di vita e della notra autonomia. Siamo certi che non ci deluderà".

Giocare, dunque, sembra facile. Con i ruoli e i bersagli da colpire. Ecco, nelle istruzioni, la definizione dei preti: "Svolgono il loro sacro uffizio e talvolta commettono peccati di lussuria. Per nessun motivo al mondo dovranno essere arrestati dalle forze dell’ordine. L’unico giudizio che la Chiesa riconosce è quello di Dio". I bambini? "Il più grande dono del Signore ed allo stesso tempo una forte tentazione per i preti. Fortunatamente – spiegano le istruzioni – sono ancora troppo puri per denunciare autonomamente i loro molestatori, ma se cadranno vittime di abusi piangeranno di frequente attirando l’attenzione degli adulti". A proposito di adulti: "E’ importante che vengano intimiditi dagli agenti silenziatori", cioè i "vescovi", prima che avvisino le forze dell’ordine. Se proprio le cose dovessero mettersi male, ecco il "Deus ex machina", che arriva in elicottero a prelevare il sacerdote peccatore per portarlo su un’isola deserta, distogliendolo dall’attenzione mediatica.

Lo scopo del gioco è semplice: ottenere la minore attenzione mediatica possibile sugli abusi dei sacerdoti, pena la sconfitta e il game over. Attraverso il mouse si seleziona il personaggio (prete, agente silenziatore, poliziotto, bambino, testimone) e si scelgono le azioni da compiere. Sui bambini è molto semplice: nella versione non censurata (che si poteva scaricare in formato compresso .zip) il prete si inginocchia e violenta la vittima, mentre in quella "ripulita" è tutto occultato. L’agente silenziatore può intimidire i testimoni parlando loro, oppure distrarre i poliziotti intavolando un colloquio. Il tutto su tre livelli (facile, intermedio, difficile) e scenari di gioco diversificati: scuola, casa, palestra, chiesa (notare che nelle case il crocifisso è appeso ovunque, anche nei gabinetti).

Diffamazione, attacco alla Chiesa, o semplice satira? Per don Di Noto non ci sono dubbi: "con il pretesto, giustificato, relativo ai preti che si sono macchiati di reati così gravi, – dice ad Affari – con queste operazioni da video-gioco ci si appella alla libertà di espressione, e che invece risulta, a mio parere, solo un attacco ideologico, contro la Chiesa e i suoi preti; a tal punto che sempre e comunque ridicolizzano; ridicolizzano anche su un fenomeno così grave". Secco invece il comunicato che gli autori del gioco affidano alle pagine web del loro sito, e che precede il disclaimer del gioco (da accettare: altrimenti si viene reindirizzati sul sito dei papaboys).

Eccolo: "Operazione: pretofilia è un videogioco che non intende in nessun modo rappresentare persone o fatti reali. L’ambientazione fantascientifica e le relazioni di causa effetto sono frutto dell’immaginazione dei suoi autori". E continua: "Operazione: pretofilia non è da considerare software educativo e non vuole giustificare o trivializzare gli abusi sessuali. Gli autori non intendono rivolgere accuse al clero o offendere le convinzioni religiose dei credenti". E per finire: "Il gioco, altamente sperimentale, ha come unico obbiettivo quello di spingere i giocatori ad interrogarsi sui limiti etici dell’identificazione nell’atto ludico". E la polemica continua.

Antonino D’Anna

fonte: http://canali.libero.it/affaritaliani/cronache/pretofilia0907.html

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