IL POSTO DELLE FRAGOLE



In una piccola e contraddittoria città piena di vecchi, matti, stranieri e disoccupati c’è un bar. Ma questo bar non è un bar come tutti gli altri: questo bar è gestito da matti. E cosa ancora più strana la maggior parte degli avventori del bar sono pure matti. No, non si tratta del bar di un manicomio almeno a quanto si dice. Ovviamente ci sono anche persone normali ad andarci anche se spesso si distinguono appena.

Però sono i matti i migliori clienti che tra caffè e sigarette trascorrono lì buona parte della loro giornata. Talvolta qualcuno chiede anche una birra o un bicchiere di vino. Niente di strano: se l’avventore appare sufficientemente normale non avrà problemi se però è facilmente riconoscibile o ancora peggio conosciuto in quanto matto le cose cambiano. Qualcuno crede che questo sia stigmatizzante però è prevenuto o forse in mala fede… come non riconoscere l’attenzione dei matti-economicamente-utili verso i matti-fannulloni i quali anche in questo caso – e per fortuna!!! – hanno qualcuno di responsabile che pensa per loro.

Questi matti-fannulloni (che qualcuno impietosamente chiama ancora “cronici” quando sono semplicemente stabilizzati nella loro ignota malattia) del resto non si trovano sempre in bar infatti come dicevo il bar dei matti non è sempre popolato da matti ci sono anche dei momenti – l’ora di pranzo, le festività comandate come ricorrenze psichiatriche o le feste per aspiranti riformatori sociali – in cui i normali calano (come una danarosa orda e quindi difficile da respingere) invadendone i locali e ai matti-fannulloni non resta che rintanarsi nelle proprie dimore distribuite attorno al bar nell’attesa che lo spazio sia di nuovo libero e tranquillo (anche se non si è ancora ben capito di chi sia la tranquillità). Si capisce che lo fanno di loro spontanea volontà nessuno pretende che lo facciano! Insomma le porte sono rigorosamente aperte anche se talvolta qualcuno che ricorda un gendarme ci sta bonariamente davanti col sorriso sulle labbra e un mazzo di chiavi in tasca o in vita.

Però nonostante queste incursioni di normali sono i matti che fanno fare al bar il grosso dei suoi guadagni. E infatti per questo hanno anche un trattamento di favore infatti è solo a loro che vengono date le sigarette e i caffè migliori: a un occhio distratto parranno le stesse che vengono date agli altri ma non è così. Certo per questo occhio di riguardo bisogna pagare una maggiorazione però gli avventori ne sono contenti e lo fanno di buon grado tanto che neppure se ne accorgono di pagare più degli altri o perlomeno non lo danno a vedere.

Per ringraziarli del sostegno e ripagarli della pazienza che portano per la quotidiana usurpazione del "proprio" bar quando i normali sono lontani (Natale, Capodanno, Pasqua, Ferragosto…) loro ne sono i soli frequentatori in delle feste che qui nessuno pensa siano delle “cerimonie istituzionali” malgrado ne siano identiche.

Insomma questo bar è splendido e per la serenità che ci prova quando ci si va e per la tiepida nostalgia che si sente richiamandone il pensiero quando se n’è distanti: come i dolci ricordi d’infanzia. Un po’ come per Bergman “il posto delle fragole”.