Inventori di malattie

La voglia di guadagno facile e le sue nuove regole hanno stravolto il valore d’uso tradizionale di tanti beni di interesse collettivo.
Con la complicità dei media viene diffusa l’implacabile forza d’urto del marketing, in grado di diffondere la paura per malattie inesistenti o semplicemente la paura di invecchiare. In inglese si chiama DISEASE MONGERING, che si potrebbe tradurre “commercializzazione delle malattie”.

In “Inventori di malattie”, Documentario inchiesta di 50’ per il programma C’era una volta in onda mercoledì 5 agosto 2009 alle 23,40 su RAITRE si racconta come l’industria farmaceutica finanziarizzata sia oggi in qualche modo costretta ad ingigantire, spesso con attente strategie di marketing della paura, nuove malattie pur di assicurare un rendimento crescente delle proprie azioni.

Come si fa? Vendendo farmaci a gente sana. Inventare malattie piuttosto che farmaci. E’ un business in voga che rende l’industria farmaceutica la più florida del pianeta. Una strategia per rafforzare posizioni di monopolio ed assicurarsi solide fette di mercato, spesso a danno della salute pubblica dei cittadini.

Le case farmaceutiche conoscono le normali fasi della nostra vita, l’adolescenza, la menopausa, la vecchiaia oppure le tipiche difficoltà della nostra esistenza – la timidezza, la vivacità, la paura – e le trasformano in pericolose e invalidanti malattie da curare con farmaci. Un viaggio-inchiesta che parte dagli USA e traccia un inquietante racconto sulla colonizzazione farmaceutica di larghe fette di popolazione del pianeta, attraverso le suggestioni ammiccanti delle campagne pubblicitarie, gli innumerevoli conflitti di interessi e le tante complicità occulte.

Inventori di malattie è un documentario di Luca Cambi, Nicoletta Dentico e Francesca Nava e una Co-produzione Alhambra factory – RAITRE/C’era una volta. Un lavoro di molti mesi per portare alla luce il fenomeno dell’uso eccessivo di farmaci negli Stati Uniti e in generale nel mondo occidentale.

Un percorso che va dalla creazione a tavolino di un disturbo alla sua consacrazione ufficiale, sino a far diventare un farmaco un blockbuster, ovvero un farmaco con prescrizione di ricetta medica che ha superato i 10 milioni di dollari l’anno di vendite.

L’industria farmaceutica, costretta dalla Borsa ad aumentare sempre di più i propri profitti, non si può permettere battute d’arresto. Così, invece di fare innovazione e ricerca investe in marketing e mette a punto una strategia perfetta che coinvolge e condiziona tutti gli attori del processo mediatico e produttivo. Una strategia basata fondamentalmente su innumerevoli conflitti di interessi a partire dalla complicità dei media nel diffondere le nuove malattie, fino ai corsi di formazione permanente da parte dei professori universitari, che spesso risultano essere anche consulenti di società farmaceutiche; dal lavori sporco degli informatori farmaceutici alla corruzione stessa e diretta dei medici; dalle associazioni di pazienti finanziate dalle case farmaceutiche al ruolo ambiguo dell’FDA, che su questo processo dovrebbe controllare… e soprattutto l’implacabile forza d’urto del marketing, in grado di diffondere una paura, creare un bisogno, proporre un rimedio e fare vendite di farmaci per milioni di dollari (500 milioni di dollari l’anno è la media dell’industria farmaceutica), anche attraverso libri per bambini!

Le strategie di marketing: vendono paura di invecchiare, di essere timidi, essere agitati, essere adolescenti, essere in meno pausa… essere umani. Tutti disturbi che si tramutano in malattie da curare con farmaci – sempre gli stessi – spesso inutili se non dannosi, magari il cui brevetto è in scadenza e occorre trovare un escamotage per rinnovarlo (è il caso del Prozac, tinto di viola e trasformato in Sarafem, senza alcuna modifica, per curare un certo “Disturbo Disforico Premestruale”).

Gli effetti collaterali sono un altro tema del documentario. Trial clinici fatti solo parzialmente i cui risultati sono stati nascosti e mai pubblicati, casi di suicidio e di morte per cocktail letali di farmaci, esagerata diffusione nelle scuole di farmaci per curare il disturbo di iperattività dei bambini (ADHD). Queste e altre storie e la testimonianza dell’Avv. Menzies di Los Angeles, in causa da anni con la Glaxo Smith Kline che spiega come solo facendo una causa si costringa l’industria farmaceutica a tirare fuori le carte.

Il documentario è guidato nel suo sviluppo da spezzoni di una preveggente commedia francese scritta negli anni 20 dal titolo “Il Dott. Knock e il trionfo della medicina”, trasposta poi in film negli anni ‘50. E’ la storia di un medico senza scrupoli che arriva in un paesino di gente tranquilla e, con metodi tutt’altro che scientifici, convince tutta la popolazione di essere affetta da svariate malattie. Nel giro di pochi mesi si arricchirà mettendo a letto mezzo paese, con grande gioia del suo conto in banca e di quello del farmacista! La sua teoria è che “non esiste gente sana, ma solo gente più o meno malata”.

Interviste a medici (Marcia Angell, Silvio Garattini, Steve Woloshin, Lisa Shwartz), giornalisti (Melodie Petersen, Merrill Goozner), oltre che avvocati ed economisti (J. Stiglitz) e due importanti insider (Peter Rost, ex vice direttore marketing della Pfizer e Mike Oldani, ex informatore farmaceutico).

Frasi tratte dalle interviste:

“L’unica innovazione degli ultimi anni nel settore farmaceutico è il marketing” (Marcia Angel)

“Ho definito il settore farmaceutico una mafia perché agisce e si comporta esattamente come la mafia” (Peter Rost)

“Dal momento in cui viene fatta una causa ad una casa farmaceutica al momento in cui questa dovrà pagare una multa passa talmente tanto tempo che il guadagno dalla vendita di quel farmaco è molto, molto superiore al costo della multa che la casa farmaceutica dovrà pagare” (K. B. Menzies, avvocato)

“Vendono paura, paura d’invecchiare, di ammalarsi, paura di essere adolescenti, paura degli altri…” (M. Petersen)

“La Chadd, l’associazione di pazienti per la cura dell’ADHD, ha poi ammesso di aver preso 700.000 dollari dalla Novartis, la casa farmaceutica produttrice del Ritalin” (M. Oldani)

da Kliggmagazine