LAVORATORI TRA I PIÚ SFRUTTATI

Gli operatori sociali paiono sempre vittime del ridicolo destino di sentirsi chiamare eroi, missionari, martiri, santi e quant'altro forse per dimenticare che sono semplicemente lavoratori e anche tra i più sfruttati.

La parola “eroe” è stata spesa anche per Ateo Cardelli anche se in questo caso forse martire sarebbe più corretta. Il caso è noto anche per la partecipazione della mamma di Ateo al programma Mi manda rai tre: Ateo CardelliAteo Cardelli operatore sociale di una cooperativa rossa impegnato in una struttura residenziale abitata da ex-degenti del manicomio venne accoltellato a morte da una persona lì residente: era il 24 aprile 2000. Un utente – la cui compagna pure ex-manicomializzata era morta di recente – attribuiva la sua vedovanza agli psicofarmaci somministrati nella struttura residenziale. Giovanni Musiani – questo il nome dell'assassino – dopo aver diverse volte minacciato di morte l'operatore sociale Ateo Cardelli – reo di dovergli somministrare la farmacoterapia – ha compiuto il suo delirante e tragico proposito. Prima di questo episodio l'utente evidentemente “scompensato” aveva subito diversi cambi di “terapia” come se i problemi si risolvessero solo con una pillola o iniezione in più o in meno e il Cardelli preoccupato aveva pure scritto una lettera con l'intenzione di spedirla in televisione in cui denunciava l'assenza di infermieri per la somministrazione dei farmaci e per il controllo sanitario della struttura in cui era impegnato (ma la situazione è analoga ovunque) oltre a lamentarsi dei turni massacranti, di essere sottopagato e di vivere in condizioni di estremo disagio e pericolosità (esperienze pure queste largamente condivise tra gli operatori sociali) .

In seguito a questo episodio venne condannato Euro Pozzi lo psichiatra che aveva in cura l'assassino di Ateo il quale sbottò dicendo che questa sentenza è “contro la legge Basaglia” dandoci l'idea da Ponzio Pilato che gli psichiatri hanno della legge Basaglia: la delega della presa in carico della persona con disturbo mentale ad altri famiglie o cooperative che siano con il rifiuto delle assunzioni di responsabilità.... Notizia di pochi giorni fa la coordinatrice della struttura dove è morto Cardelli è “salva” ormai sicura – grazie anche alla lentezza della giustizia e ai provvedimenti salva premier (tipo la legge ex-Cirielli) che però non salvano solo lui come sottolineava la trasmissione di Report di ieri sera – della prescrizione per il capo di imputazione di “omicidio colposo per non aver messo in atto le precauzioni per evitare la tragedia”.

Come operatori sociali veniamo lusingati con etichette come eroi e santi (anche da morti con tanto di lacrime e bandiere a lutto o magari con concorsi letterari intitolati da chi più o meno direttamente è responsabile del nostro sfruttamento e talvolta della nostra morte come è successo ad Ateo: morto sul lavoro) ma non vogliamo pacche sulle spalle, pietà o cordoglio se il caso: quello che vogliamo sono i nostri diritti! I diritti di cui ogni lavoratore deve vedersi riconoscere sicurezza e salubrità in primis!

Per inciso se dovesse capitarmi qualcosa del genere non voglio saperne di dottori, dirigenti cooperativistici e tutto il codazzo di sciacalli ma anzi vorrei venissero contestati a gran voce... Ragiono per assurdo e non me lo auguro è ovvio però già diverse volte per motivi analoghi a quelli del caso Cardelli  ho concluso nel disinteresse di cooperativa e servizi i miei turni infortunato all'ospedale - caso tra i tanti e per mia fortuna non dei più gravi - e quando ho denunciato i motivi del mio infortunio pubblicandolo (usando significativamente espressioni molto simili a quelle usate da Ateo nella sua lettera...) su un altro blog la reazione della cooperativa - venuta a conoscenza di questo scritto - è stata quella di invitarmi a un colloquio vagamente intimidatorio. Si sa ho bisogno di lavorare e quindi chinai il capo però da quell'episodio capii come funzionano le cose in psichiatria e nella cooperativa: l'importante è quello che si dice non quello che si fa e fu da queste considerazioni che nacque questo blog: dalla necessità di testimoniare oltre che da quello di sfogarmi senza poter essere immediatamente riconosciuto...