Medici in prima linea


Talvolta mi viene da pensare che le mie critiche/ la mia critica alla psichiatria e alla medicina siano frutto di una fissazione, di una paranoia forse dettata anche dal comunque non trascurabile fatto che buona parte della qualità del mio lavoro dipenda dalla (in)capacità dei medici.

Poi leggo dei libri – ora sto leggendo Ivan Illich Nemesi medica che sull’argomento è decisamente tranchant – oppure più spesso succedono delle cose a me più o meno vicine per cui mi pare di non essere del tutto sballato nel riconoscere nella figura del medico e nel suo sapere/potere uno dei nodi centrali (certo il discorso non è né nuovo né originale ma anch’io ho il difetto di avere “poche idee ma fisse” in più banalmente mi pare che sia così) per capire ciò che ci circonda/accade e quindi per cambiarlo.

Nell’ultima settimana poi i medici si sono ritrovati al centro indiscusso della scena per almeno due fatti notevoli di cronaca:

  • la possibilità datagli dal decreto sicurezza di denunciare i clandestini: della serie “passano in sella due gendarmi passano in sella con le armi chiesero al MEDICO se lì vicino fosse passato un CLANDESTINO”… il fatto oltre che contrario al giuramento ippocratico è anche evidentemente anticostituzionale (vedi articolo 32) ma al momento attuale parrebbe che il rispetto della legge sia destinato solo ai marginali per punirli… la costituzione poi parrebbe sorpassata dice il premier che forse la considera addirittura inutile chissà… Poco importa poi se l’ordine dei medici ha criticato il provvedimento: quello che io noto è la centralità che viene data alla figura del tecnico della salute addirittura più importante di individuo e società.

  • altro caso schifosamente urlato è stato il cosiddetto caso “Englaro” in cui è fondamentale l’importanza dei medici depositari addirittura non solo del sapere che distingue normalità/anormalità come io sono quasi assuefatto a vedere ma addirittura vita/morte con le notevoli e feroci strumentalizzazioni politiche, religiose e mediatiche che – se non altro – hanno dimostrato una volta in più il fatto che la medicina non è un sapere neutro (ma forse neppure la fisica quantistica lo è chissà…) ma di classe e non nel senso che sia particolarmente raffinata come i più sarebbero portati a pensare ma nel senso che è l’espressione di una classe sociale che – e nel caso specifico in modo piuttosto dibattuto ma la posta in gioco è alta: si tratta dell’autodeterminazione dei corpi – si impone su un’altra…

Insomma medici in prima linea ma qui la televisione c’entra solo di sfuggita…