Operazione “Alvei puliti”

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Lu.Me.


RASSEGNA STAMPA

 

da Il Piccolo del 5 aprile 2012

“Alvei puliti”, choc sulle rive dell’Isonzo

L’assessore Cernic: «Intervento deleterio per l’ambiente». I sindaci Pian e Tommasini: «Necessario per la sicurezza»

di Elisa Lenarduzzi

SAGRADO. Per alcuni, un intervento necessario e imprescindibile per tutelare la sicurezza dei cittadini. Per altri, l’ennesimo sfregio alla natura, un disastro ambientale da fermare prima che sia troppo tardi. In mezzo, una realtà oggettiva, sotto gli occhi di tutti: lì, sul ponte che collega Sagrado a Gradisca, dove fino a poco fa si poteva ammirare un panorama da cartolina, col verde rigoglioso degli alberi a fare da cornice all’Isonzo, oggi non rimangono altro che fango, ghiaia e legni buttati alla rinfusa, in attesa che arrivi l’ultimo camion a portarli via. Uno spettacolo desolante, a cui fa da contraltare solo la vista ritrovata del Castello degli Alimonda, chicca ottocentesca solitamente nascosta dalla folta vegetazione, che ormai non c’è più.

A cambiare i lineamenti della riva dell’Isonzo è stata l’ormai nota operazione regionale “Alvei puliti”, che la scorsa settimana ha mobilitato centinaia di volontari della Protezione civile per ripulire dalla vegetazione golena e alveo del fiume, con lo scopo dichiarato di prevenire le esondazioni. Peccato, però, che si tratti della stessa operazione che a Trieste si è resa responsabile dello scempio perpetrato in Val Rosandra, paradiso ambientale violato da ruspe e motoseghe.

Paragonare le sponde glabre dell’Isonzo alla Val Rosandra, però, sarebbe tanto facile e, forse, demagogico. Troppe le differenze che caratterizzano le due realtà – in primis il ricordo ancora vivo della drammatica alluvione del 2009 – sulle quali, ora, si spaccano anche le opinioni di amministratori e cittadini. Perché se da una parte ci sono i due sindaci di Sagrado e Gradisca (entrambi di centrosinistra) che difendono a spada tratta l’operazione regionale, dall’altra c’è un’assessore provinciale della stessa area politica, la delegata all’Ambiente Mara Cernic, che invece non esita a parlare di «intervento inidscriminato e ingiustificato», chiedendo addirittura all’assessore regionale Luca Ciriani di bloccare la seconda parte dell’operazione “Alvei puliti” in programma il 14 e 15 aprile.

«L’intervento è stato deleterio per l’ambiente – spiega l’assessore della giunta Gherghetta – perché la primavera non è la stagione giusta. Ora gli uccelli non hanno più un luogo dove nidificare e la fauna che vive nel sottobosco ha perso il suo habitat. Una cosa è lo sghiaiamento – continua -, un’altra è eliminare le piante. Su un’area pulita, l’acqua scorre più velocemente e crea una maggiore erosione. La vegetazione, invece, rallenta il fiume e preserva il territorio».

Di tutt’altro avviso il sindaco di Sagrado, Elisabetta Pian, che non si sottrae alla polemica sulla Val Rosandra, respingendo al mittente, però, qualsiasi paragone: «Qui abbiamo difficoltà diverse rispetto alla valle triestina. Prima di pulire gli alvei abbiamo chiesto l’intervento della Forestale, che ha valutato e segnato gli alberi da non toccare (sulla golena, in effetti, spiccano alcuni arbusti “sopravvissuti” all’operazione, ndr). La pulizia del sottobosco è indispensabile, perché nei momenti di piena si possono creare problemi alle case e alla stabilità dei piloni del ponte. È lo stesso intervento che abbiamo eseguito quattro anni fa e i cittadini, anche stavolta, sono con noi».

Il suo “collega” di Gradisca, Franco Tommasini, ammette di non aver ancora ammirato lo “spettacolo” dal ponte, ma anche lui non ha dubbi nel ribadire l’utilità dell’intervento: «Nessuno decide di spogliare l’Isonzo senza aver prima studiato l’operazione nei dettagli e la Protezione civile è una struttura consolidata. L’Isonzo è un pericolo costante per Gradisca, come si è visto negli ultimi anni. A ogni pioggia scatta il campanello d’allarme. La sua messa in sicurezza è una priorità, senza, ovviamente, devastare il territorio».

(Ha collaborato Stefano Bizzi)

 

Lettera Firmata

È con enorme dispiacere che ho seguito la vicenda dello scempio nell’alveo del Rosandra, in zona protetta sia a livello nazionale che europeo, e sulle sponde dell’Isonzo sta accadendo lo stesso, credo sempre con l’autorizzazione dello stesso personaggio, cioè Ciriani, e per lo stesso motivo: la salvaguardia della sicurezza delle popolazioni da eventuali alluvioni. Ma queste alluvioni perchè sono sempre più frequenti? Forse che la cementificazione della regione, dell’Italia e la deforestazione nell’intero pianeta c’entrano qualcosa? Se l’acqua, che già scende dal cielo in modo assolutamente irregolare e sappiamo perchè, non trova terra, prati o fossati dove essere assorbita è ovvio che poi esce dall’alveo e straripa! Le politiche ambientali degli ultimi anni e attuali vanno forse nella direzione contraria a questo dato di fatto? C’è forse una difesa dell’ambiente, una riforestazione, una cura del verde in atto che tenda a ovviare a questa tragica situazione? No, c’è esattamente il contrario! In più ora vorrebbero anche rifilarci la tassa sulle disgrazie: io ti distruggo l’ambiente, checchè tu ne dica, poi le conseguenze le faccio pagare a te! Io credo che neanche nel medioevo, con la tassa sul polveratico eravamo arrivati a tanto! Svegliamoci!!!! Mariagrazia Perissin

 

 

da Il Piccolo 06 aprile 2012 —   pagina 35

Il taglio degli alberi va cadenzato nel tempo

 

SAGRADO La pulitura delle aree golenali dell’Isonzo, nel tratto tra Gradisca e Sagrado, come abbiamo ampiamente riportato nel servizio di ieri, ha comportato il taglio di numerosi alberi trasformando le sponde del fiume in zone brulle con tanto di fango e ghiaia. Questa sparizione della folta vegetazione comporterà dei danni all’ambiente e in particolare all’avifauna del territorio? Lo abbiamo chiesto al naturalista Fabio Perco. «Certamente gli alberi e la vegetazione sono un habitat interessante per l’avifauna – dice -. Specie gli alberi vengono utilizzati per la nidificazione e quelli cavi servono per rifugio di alcune specie di animali». Sull’operazione del taglio degli alberi Perco non emette giudizi, ma sottolinea come queste operazioni non vanno fatte a ridosso del periodo riproduttivo che ha inizio verso la fine di marzo e si sviluppa particolarmente nei mesi di aprile e maggio, che sono i periodi scelti dagli uccelli per la nidificazione. Perco suggerisce, comunque, di pianificare gli interventi cadenzandoli nel tempo proprio per non creare un forte impatto ambientale. Inoltre sarebbe opportuno coinvolgere le popolazioni, i tecnici dell’ambiente e gli addetti ai lavori proprio per ottenere tutte quelle informazioni e quei consigli utili a evitare successive polemiche come è accaduto soprattutto per l’operazione in Val Rosandra e, in parte anche per la pulitura dell’alveo dell’Isonzo. L’intervento compiuto dalla Protezione civile regionale aveva interessato le amministrazioni comunali di due comuni rivieraschi di Gradisca e Sagrado che, come abbiamo già anticipato, si erano dette subito favorevoli all’intervento. La loro ottica è quella di mettere in sicurezza le zone abitate da possibili esondazioni del fiume come è avvenuto nel passato. (fra.fem.)