Pasolini, strike again

da Konrad 223 febbraio 2017, p. 20

Con Pasolini, contro le celebrazioni

A poco più di un anno dal quarantennale dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini continuano le iniziative per ricordarlo.

Nel 1995 Usmis (movimento culturale friulano raccolto attorno all’omonima rivista durante gli anni Novanta) lanciò uno sciopero situazionista di sottrazione creativa contro le celebrazioni per l’anniversario dei vent’anni dalla morte del poeta e contro la spettacolarizzazione della sua figura. Il “Pasolini strike” – come venne chiamato – propose di fare silenzio chiedendo la lettura e la conoscenza delle opere dell’artista friulano per fare in modo che da questo sforzo di raccoglimento potessero nascere intelligenze corsare e non legittimazioni delle strutture di potere.

Diversi attivisti di Usmis continuano le iniziative di studio e approfondimento sulla figura di Pasolini nell’Ateneo Libertario Friulano. Il 23 ottobre scorso è stato presentato il libro “Frocio e basta”di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti (Ed. Effigie, Milano, 2016) presente quest’ultimo. Il libro racconta il doppio depistaggio dispiegato attorno all’omicidio di Pasolini: uno volto a sviare le indagini, l’altro a tenere nascosti alcuni contenuti-chiave di “Petrolio”, il romanzo che stava scrivendo quando fu ucciso. Per troppo tempo l’intellighenzia nazionale ha liquidato la morte di Pasolini come delitto avvenuto nel “torbido mondo degli omosessuali”. Il libro indaga il criminale intreccio tra l’attentato a Mattei e le vicendeambigue del suo successore Cefis alla luce degli scritti di Pasolini e dell’inchiesta del giudice Calia che per primo ne ha svelato l’importanza.Per capire la figura “inseppellibile” di PPP il 22 novembre scorso allo spazio Taj Gjai di San Giorgio di Nogaro èstato presentato il libro “La Macchinazione” (Rizzoli, Milano, 2015) che, tra autobiografia e ricostruzione documentaria, cerca di fare luce sul delitto Pasolini. Presenti l’autore David Grieco (amico e collaboratore del poeta) e Otello Angeli (che frequentò la sezione del PCI di San Giovanni di Casarsa di cui faceva parte e da cui venne espulso l’autore di “Ragazzi di vita”) che nel dibattito hanno analizzato il laboratorio di macchinazioni che era in quegli anni l’Italia.

Mercoledì 23 novembre al Teatro di Cervignano, intitolato proprio a Pasolini, è stato proiettato gratuitamente con la partecipazione del produttore/regista il film basato su “La Macchinazione”, che ha avuto scarsa visibilità nel circuito cinematografico nazionale. Nel film il poeta friulano è interpretato da un impeccabile e straniante Massimo Ranieri con la colonna sonora dei Pink Floyd. La pellicola è stata girata in poco tempo e con budget limitato. Ciononostante è una testimonianza straordinaria in cui vengono ricostruiti 40 anni di prove ignorate, di testimonianze inascolate, di legami mai approfonditi. Secondo Grieco la sera dell’omicidio ci furono due macchine e almeno sei persone ad uccidere il poeta: Pelosi fu un’esca, Pasolini sapeva troppo.

Chiudiamo riprendendo uno slogan coniato da Usmis durante quello sciopero, oggi più attuale che mai: Pasolini strike again. Con Pasolini, contro le celebrazioni.