Quando psichiatria e psicologia servono a reprimere la lotta sociale

Vi ricordate della vicenda della commessa esselunga malmenata e costretta a pisciarsi addosso durante l’orario di lavoro? Il pm ha chiesto l’archiviazione perchè in base ad una perizia psichiatrica la commessa, italoperuviana, sarebbe risultata psicologicamente sofferente e tendente all’autolesionismo.

Siamo a milano: da un lato c’è una donna che piena di lividi è andata a fare denuncia per mobbing e maltrattamenti sul lavoro e dall’altra c’è una grande azienda che si è subito preoccupata del grave danno all’immagine che una storia di questo tipo poteva procurare.

A sostenere la donna la Uil, sindacato del quale tutto si può dire meno che sia noto per la sua azione radicale.

Nelle cause per mobbing – momento in cui si analizza il danno biologico causato da un datore di lavoro ai danni di un@ dipendente – si ricorre spesso alla perizia psichiatrica perchè lo stress, le malattie psicosomatiche, le conseguenze psicologiche e dunque anche fisiche, tutti i mali ricavati dal mobbing professionale vengono configurati come appartenenti al quadro psichiatrico. Di conseguenza molto difficili da dimostrare e generalmente risolvibili in fase di conciliazione se il datore di lavoro la propone.

In questo caso c’era anche la denuncia per maltrattamenti fisici e – forse – la conciliazione era improponibile. Oltretutto a seguito dello scandalo immaginiamo che esselunga volesse piena e pubblica soddisfazione fino ad arrivare al punto da togliere ogni credibilità alla denunciante.

I sindacati che aiutano lo svolgimento di queste vertenze spesso consigliano di non procedere nella causa per mobbing e di portare avanti accuse plausibili, dimostrabili. Questo avviene negli infiniti casi di lavori con contratti a progetto durante i quali i dipendenti e le dipendenti subiscono pressioni spesso fortissime e nessuna gratificazione. Si predilige la vertenza che rileva le incongruità, le scorrettezze, le illegalità sul piano contrattuale. Se il/la sindacalista è brav* si arriva alla conciliazione, la ditta paga, la dipendente incassa ed è obbligata a firmare un documento in cui dichiara che non esigerà mai alcunchè per il danno biologico.

Il danno biologico sul lavoro, il mobbing, è una forma di molestia morale. Mettetela a confronto con una molestia sessuale e scoprirete decine di analogie. In entrambi i casi si tende a dimostrare che la persona denunciante mente, ha problemi psicologici, delira, non ha capito bene, è un po’ pazza o lo è completamente, è paranoica, ha manie di persecuzione, è autolesionista, lo fa per vendetta. In entrambi i casi il fatto giudicato non è oggettivo, non si può dimostrare perchè quello che viene sottratto non è un bene patrimoniale tangibile ma qualcosa di immateriale che non si mangia e non si tocca, dunque per la nostra giurisprudenza ha meno valore o non ne ha affatto. In entrambi i casi a rimetterci è sempre la persona molestata perchè il quadro legislativo tutela il molestatore.

Immaginate di fare un duro lavoro che vi procura enorme stress, con un boss che vi mobbizza e che vi fa venire la psoriasi, macchie sul corpo, forme di allergie autoimmuni, ansia, attacchi di panico, senso di oppressione, dipendenze da farmaci, abbuffate nervose, obesità, bulimia, anoressia. Immaginate poi di incontrare dei medici che vi diranno che il problema non è il lavoro, il boss, lo stress, la vita al limite dell’impossibile, la difficile conciliazione dei tempi di vita, ma è il modo in cui affrontate tutto questo. Vi prescrive del prozac (puro veleno dalle conseguenze gravissime) e voi, felicemente, dovreste continuare ad essere quello che gli altri pretendono voi siate.

Immaginate un mondo che vi rimette a posto ogni volta che fate una rivendicazione. Un mondo che vi da dell’esaltata estremista quando dici che il tuo stipendio da fame non ti basta per sopravvivere e che l’orario di lavoro non ti permette neppure di esistere. Immaginate un mondo in cui il datore di lavoro ogni volta che voi gridate per rivendicare diritti vi dice che siete fortunate perchè c’è la crisi e dovete considerarvi amiche degli imprenditori che si arricchiscono sulla vostra pelle perchè se non siete amici loro ti mandano a quel paese e rifanno i contratti (separati) come gli pare e piace. Immaginate un mondo che psichiatrizza le persone che lamentano difficilissime condizioni di lavoro e avrete descritto il nostro tempo. Avrete descritto l’italia.

A proposito: la svolta autoritaria che si serve della psicologia e della psichiatria di regime per soffocare e reprimere il dissenso non è certo rivolta esclusivamente alle lavoratrici e ai lavoratori.

Prendi un giornale che non lo legge nessuno e che sta un po’ di qua e un po’ di la’, aggiungi una delirante lettera che sembra opera di soggetti, quelli si pericolosi, attualmente – romanzescamente immaginiamo -impegnati in una nuova strategia della tensione (vedi la questione dell’attentato a milano, utilizzato furbescamente dai media come fosse la punta di una enorme frangia di terrorismo islamico presente in italia), impasta con il giornalismo che da destra al centro/sinistra aizza il pubblico e insegna ad odiare il nemico (che spreco di energie) invece che elaborare il modo affinchè quel nemico non abbia più un terreno sociale e politico sul quale agire, condisci tutto con l’illuminato parere del solito psico-destrorso-reazionario che riduce la rivendicazione e la lotta sociale a psicosi collettiva, e si ottiene uno stato autoritario con una opposizione parlamentare perfettamente funzionale al sistema e una opposizione extraparlamentare delegittimata, troppo intenta a cercare visibilità per i singoli leader e priva di risorse economiche e della forza necessaria per produrre un cambiamento culturale degno di questo nome.

Nel frattempo una donna di capoverde ha visto morire suo figlio perchè l’enel – società elettrica che regna priva di concorrenza in italia e che nella bolletta ci fa pagare investimenti sul nucleare da un tot di anni – le ha tagliato la luce e lei ha tentato di riscaldare la casa con un sistema che ha prodotto esalazioni mortali. Sarà una psicosi e una sofferenza psicologica anche quella di questa donna o oggettivamente lo stato italiano con le sue leggi e con la sua discriminazione contro stranieri e poveri le ha procurato un danno?

da: Femminismo a Sud