CANNABIS in rete – Inchiesta
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Notizia del 18 ottobre 2007 – 15:00 | ||||||||||||
Coltivare non e’ sempre reato | ||||||||||||
L’importante e’ dimostrare che e’ per uso personale. Il caso | ||||||||||||
di Alessandra Del Re Coltivarsi qualche piantina di marijuana nella propria casa non sempre è reato, a patto che si riesca a dimostrare che l’uso è personale. Con questa motivazione il Tribunale di Cagliari lo scorso 28 settembre ha assolto un ragazzo, denunciato dalle forze dell’ordine perché sul suo terrazzo coltivava due piantine di cannabis. Le motivazioni saranno rese note a fine ottobre. Per ora si suppone che i giudici abbiano fatto riferimento a una sentenza della Cassazione risalente al mese di maggio, e una dall’analogo contenuto risalente a giugno. Il 10 maggio la VI Sezione Penale della Suprema Corte aveva assolto un ragazzo condannato per avere coltivato sul suo fondo cinque piantine di maria. La Cassazione aveva fatto distinzione tra coltivazione tecnica e detenzione a uso personale: la coltivazione di poche piantine, cosiddetta domestica, non poteva essere compresa all’interno del concetto tecnico giuridico, ed era perché stata equiparata alla detenzione per uso personale. Lo stesso vale per il ragazzo di Cagliari: la sua mini coltivazione casalinga è lecita perché la marijuana è destinata solo a lui. I coltivatori casalinghi, come questo ragazzo, in rete trovano pane per i loro denti: consigli sulla coltivazione, semi e attrezzi per la coltivazione riempiono le vetrine dei negozi virtuali del settore. Perché la compravendita delle sementi, come quella delle smart drugs è lecita, e farlo è molto semplice. Così come non è reato vendere ciloom, bilancini, sistemi di irrigazione: lo dimostra il caso di Matteo Filla. Ma quando si oltrepassa il sottile limite tra il legale e l’illegale, scattano sequestri e sanzioni, come ci ha spiegato la Polizia Postale.
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fioriranno anche se cannabinoidi…almeno si spera…
Ricorda di parlare con le piante così crescono forti