da Konrad 219, settembre 20156, p. 6
I residenti chiedono a gran voce di liberare Monfalcone-Panzano e il territorio circostante dal traffico pesante. Il trasporto di materie prime potrebbe essere garantito tramite chiatte.
La vita a Monfalcone è da sempre condizionata dal rapporto tra grande fabbrica e piccola città.Tuttora sono molti i nodi di questa intricata e forse inestricabile relazione: la vicenda amianto, lo sfruttamento e la precaria integrazione di lavoratori trasfertisti, transfrontalieri e migranti, i piani urbanistici, la centrale a carbone. Solo per citare quelli più spesso ascesi agli onori o disonori delle cronache e più evidenti e sentiti in città.
Un tema emerge oggi come urgente e paradigmatico in questo territorio altamente industrializzato, stretto tra il Carso e il mare: il traffico pesante sulle strade.
A subirne in particolare l’impatto è lo storico quartiere a ridosso dei cantieri navali: Panzano. Il continuo passaggio di mezzi pesanti carichi di componenti e materiale necessari per costruire le “stelle del mare” implica danni costanti al manto stradale, alle case e un disturbo e pericolosità oggettivi per i residenti. Diversi striscioni contro il passaggio dei TIR sono comparsi sulle vie principali di accesso al cantiere a chiara manifestazione dello sconforto degli abitanti che si sono auto-organizzati per denunciare questa ennesima e quotidiana nocività che sono costretti a subire, in attesa della promessa bretella di collegamento stradale tra la via dei Canneti e via dell’Agraria.
Per risolvere questo problema c’è chi suggerisce che, intanto, basterebbero cartelli di divieto di transito ai TIR, posizionati all’inizio delle vie Gorizia, Marcelliana, Cosulich e Bonavia. La città convive anche con il traffico di bramme: i semilavorati dell’industria siderurgica. Giganteschi parallelepipedi di metallo vengono trasportati su camion, partendo dal porto di Monfalcone in zona Lisert e dirigendosi verso Porto Nogaro lungo la Strada Regionale 14 e così attraversando l’intera città. Oltre ai rallentamenti, al danneggiamento del manto stradale, all’inquinamento acustico e atmosferico, diversi sono stati anche gli incidenti stradali.
I recenti lavori su via Arrigo Boito, inoltre, hanno portato questa importante arteria ad avere una corsia sola e uno stillicidio di rotonde, rendendo il traffico in quella zona – fondamentale nell’ingresso in città per chi arriva da Trieste – estremamente più lento e spesso intasato. La conseguenza è che molti utilizzano strade alternative, residenziali, come la parallela via Romana, che risultano ora anch’esse trafficate e rumorose.
Il problema si è aggravato visto che il periodo estivo presenta movimento intenso verso le località balneari della costiera triestina come Duino e Sistiana. La situazione è rimasta immutata nel tratto di via Boito in oggetto – che è parte della SR 14 – nonostante l’interpellanza parlamentare del deputato Giorgio Brandolin finalizzata a richiedere la modifica della normativa statale in vigore sui trasporti eccezionali per spostare il traffico sulla rete autostradale.Il problema del resto non colpisce solo Monfalcone. Diversi sono stati gli incidenti di autotreni in particolare a Pieris dove la presenza incombente, ingombrante e continua degli autoarticolati che si dirigono verso Porto Nogaro è vissuta con estrema difficoltà, come nelle altre località interessate dal loro passaggio. L’evidente sudditanza da parte degli amministratori locali e della Regione non fa che perpetrare questa grave situazione di disagio.
Il gruppo Facebook “Stop alle bramme sulla SR 14” sottolinea come sarebbe importante insistere sul fatto che basterebbe fare il dragaggio a San Giorgio di Nogaro per trasportare, come in passato, queste merci via mare. Il trasporto di materie prime potrebbe essere garantito tramite chiatte con un costo irrisorio per il colosso della cantieristica mondiale e l’indotto industriale e portuale, ma con grande vantaggio per infrastrutture e residenti.