Turriaco: dalle bombe ai diritti

da Granelli di Sabbia Pubblicazione gratuita distribuita in occasione della Giornata del Rifugiato 20 giugno 2019 a Turriaco

Granellidisabbia_Turriaco2019

Turriaco: dalle bombe ai diritti

Ora, a fine giugno 2019, l’esperienza del Centro di Accoglienza di Turriaco forse è alla sua fine. Quando scrivo queste righe ancora non lo sappiamo con certezza. Abbiamo trascorso due anni intensi, difficili, soprattutto all’inizio, mai scontati, in cui ogni giorno ci siamo reinventati per intercettare le esigenze di un territorio che da ostile si è fatto sempre più familiare e per rispondere ai bisogni e ai desideri dei ragazzi che in questo Centro hanno vissuto. Sono stati in molti ad attraversare la soglia della ex caserma di via 5giugno provenendo dai territori martoriati di Afghanistan e Pakistan. Non sappiamo ancora come andrà a finire questa storia e se finirà davvero. Il Centro di accoglienza vorremmo ospitasse ancora persone in fuga da guerre e miseria: non più richiedenti asilo ma rifugiati e titolari di protezione internazionale. In un momento in cui si smantella quella che è stata definita l’accoglienza diffusa (la prima forma di ospitalità organizzata in piccole unità abitative compatibili con le esigenze della cittadinanza e maggiormente tutelanti per le persone ospitate)questo appare l’unico sistema che possiamo mettere in atto per salvare la nostra esperienza che per quanto piccola ci pare molto significativa. In un contesto in cui si favoriscono i grandi centri di accoglienza che porteranno a maggiore insicurezza, marginalità, promiscuità, profitti per i gestori a fronte di minori diritti per gli ospiti delle strutture e garanzie per i territori coinvolti, noi abbiamo costruito insieme ai richiedenti asilo ed alla comunità in cui ci siamo trovati ad operare e vivere un’esperienza di resistenza umana. Siamo passati dalle bombe alla quotidianità.

Storia di un Centro di Accoglienza Straordinario

«L’importante è che abbiamo dimostrato che l’impossibile può diventare possibile. […] Non credo che essere riusciti a condurre una azione come la nostra sia una vittoria definitiva. L’importante è un’altra cosa, è sapere ciò che si può fare. È quello che ho già detto mille volte: noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. È il potere che vince sempre; noi possiamo al massimo convincere. Nel momento in cui convinciamo, noi vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare.»

Franco Basaglia in Conferenze brasiliane, 1979

Nell’agosto 2016 emerse la disponibilità del Comune di Turriaco, piccolo comune della provincia di Gorizia, ad accogliere un gruppo di richiedenti asilo. In paese sono stati numerosi i favorevoli a questa politica di accoglienza diffusa, ma vi si è opposta una minoranza rumorosa. In questo clima, pochi mesi dopo, ignoti hanno posizionato a scopo intimidatorio un rudimentale ordigno esplosivo di fronte a quello che è diventato il Centro di Accoglienza.Durante la manifestazione di risposta al vile gesto e di solidarietà all’amministrazione comunale la manifestazione fu contestata da grida xenofobe.

Nulla ha fatto recedere Amministrazione comunale e Prefettura e il nuovo Centro di Accoglienza Straordinario è stato aperto e dato in gestione alla Cooperativa sociale Duemilauno Agenzia Sociale di Muggia, gerente anche del locale Centro Giovani e in Regione di altre strutture sia per minori migranti non accompagnati che per richiedenti asilo. L’accoglienza la fa un territorio ma tocca a noi operatori attivare percorsi esterni di accoglienza. Questa nostra responsabilità ed impegno riguardano sia gli aiuti concreti a necessità primarie, sia nella vigilanza che chiunque sia responsabile dell’accoglienza mantenga fede al proprio mandato. L’aiuto e le risorse riteniamo debbano essere del territorio a partire dagli operatori che guidano l’integrazione. Sono le nostre storie e i nostri percorsi personali il valore aggiunto alla creazione della rete di accoglienza ed è da una buona accoglienza che nascono buoni cittadini.

I primi richiedenti asilo sono arrivati a Turriaco il 13 febbraio 2017, subito seguiti da un altro gruppo per un totale di dodici persone provenienti da Afghanistan e Pakistan. Lunga la strada percorsa con mezzi di fortuna nell’odissea della Balkan route, che ha permesso a migliaia di profughi provenienti da Siria, Iraq e Afghanistan di giungere a noi. A Turriaco si sono registrati, a un tempo, interesse e sospetto, di fronte a questi nuovi paesani. Il percorso di accoglienza e conoscenza reciproca non ha però subito gli intoppi che si temevano. Molte le associazioni, i gestori di locali ed esercizi, ma anche cittadini che hanno dato il proprio benvenuto e la disponibilità a collaborare con i richiedenti asilo. Il Comune ha proposto ai ragazzi diverse attività: dall’utilizzo della biblioteca, dove si tengono anche colloqui in italiano, a lavori di manutenzione del verde o di beni comunali. Tra questi segnaliamo la ripitturazione del muro del locale campo sportivo con un murale che raffigura i temi di libertà, pace e fratellanza frutto di un laboratorio con il writer Mattia Campo Dall’Orto.

Abbiamo dato vita e gestito gli orti sociali insieme alla locale scuola primaria con il contributo pratico del giardiniere bioetico Paolo Vergine e dell’associazione culturale Essenza del Carso. Il lavoro negli orti ci ha poi portato a partecipare anche al progetto Gardening – Coltivare l’accoglienza con l’associazione Fierascena che si è concluso con uno spettacolo animato anche dai nuovi cittadini di Turriaco che vivono in via 5 giugno, 8.

Simbolicamente importante anche il posizionamento di una panchina dipinta dai ragazzi di rosso per ricordare la campagna “Posto occupato 365 giorni l’anno contro la violenza sulle donne”. In questi anni di apertura in occasione della Giornata internazionale del Rifugiato il 20 giugno abbiamo adottato l’hashtag #WithRefugees, coniato dalla Campagna UNHCR. Duemilauno Agenzia Sociale, Comune di Turriaco e Pro loco Turriaco hanno organizzato una giornata per ricordarne la ricorrenza con l’adesione di molte associazioni locali. A rinsaldare il legame con i cittadini ci sono state diversi pasti condivisi con assaggi di specialità dei paesi di provenienza degli accolti talvolta con sottoscrizione a favore delle organizzazioni Medici Senza Frontiere e Emergency.

“Nessuno sceglie di diventare migrante, sono le condizioni a costringerti a diventarlo. Per vivere in pace è importante accettarsi gli uni con gli altri. La cosa più importante del mondo è l’umanità solo umanità”.

Con queste parole, che facciamo nostre, Shabbir, uno dei primi accolti, ha concluso il suo discorso di saluto e benvenuto all’incontro con i rappresentanti delle associazioni di Turriaco, pochi giorni dopo il suo arrivo nel paese bisiaco.