Mark Thompson La guerra bianca

Vita e morte sul fronte italiano 1915-1919, il Saggiatore, Milano, 2009

Mi sono sempre piaciuti i libri che smontano miti e questo libro ne analizza e smonta diversi riguardanti la prima guerra mondiale a me così vicina (banalmente a livello fisico: Toti – su cui qui c’è una versione meno eroica della sua morte – è morto a circa un km linea d’aria da casa mia e quando – come mi è successo di recente – scavo in giardino provo la stessa fatica – ma senza nessuno che mi spari in testa perlomeno – dei militi che scavavano trincee nella pietra carsica…).

L’impreparazione dell’esercito italiano (ma pure quello austroungarico soprattutto sul finire della guerra); il cinismo del sanguinario Cadorna pronto a far massacrare migliaia di soldati in un attacco a postazioni impossibili da conquistare o a decimare i propri battaglioni per rinsaldare l’esercito e mantenere la disciplina; il ruolo dei media nella manipolazione del consenso; l’ambiguità della letteratura di guerra italiana viziata dal patriottismo e dall’interventismo: da D’Annunzio a Marinetti ma pure con Slataper, Stuparich, Gadda fino ad Ungaretti; la forte diserzione sia tra le fila italiane che in quelle austroungariche (in cui – cosa poco nota – combattevano 7000 triestini mentre nel sacrario di Redipuglia non c’è tumulato un solo cittadino della cosiddetta “Venezia Giulia”…); il fondamentale contributo delle truppe Inglesi nella battaglia di Vittorio Veneto; la retorica sulla “vittoria mutilata”…

In più suggerisce alcune interessanti chiavi di lettura della storia italiana contemporanea: ad esempio l’interventismo come prodromo del fascismo o la prima guerra mondiale come ultima battaglia risorgimentale.

Non posso fare altro che – da non addetto ai lavori – consigliarlo vivamente.


Qui
un estratto che parla del maggiore Randaccio.