Ritornano i fuochi… epifanici

da Konrad on line

Seime, pignarûl, fogarele, pan e vin, comunque li chiamiate, dopo due anni di sospensione a causa delle restrizioni imposte per la pandemia sono ritornati i fuochi epifanici!

Negli ultimi anni in pochi avevano ostinatamente ed orgogliosamente tenuto in vita l’antica tradizione che in questo inizio di 2023 ritorna alla precedente sentita partecipazione.

In molte località quindi tra il 5 e il 6 di gennaio centinaia di falò sono stati accesi. Pro loco, amministrazioni comunali, esercizi commerciali o anche privati hanno rinnovato la tradizione.

Tra le situazioni maggiormente suggestive ed evocative la seima di Vermegliano – Romjan, frazione in comune di Ronchi alle pendici del Carso. Il fuoco è stato innescato – come si usa in Bisacaria – il giorno che precede l’Epifania.

La sede della celebrazione è sul ciglione carsico da dove si domina la pianura sottostante. Vedendo i volontari della Protezione civile tenere in sicurezza l’area circostante a dove divampava il fuoco è stato inevitabile pensare alle immagini della scorsa estate quando quattromila ettari di bosco sono  bruciati lambendo anche la località di Vermegliano.

Francesco Boer, scrittore che abita a pochi passi da qui, in una camminata organizzata dall’associazione ambientalista Eugenio Rosmann, ha parlato di storia e simbologia dei riti epifanici raggiungendo a piedi la seima partendo da Monfalcone.

Nel suo Il piccolo libro del fuoco Boer scrive a proposito del “gioioso rito della seima”:

«C’è musica e vino, e aria di festa: d’altronde anche al gioia è indispensabile per combattere la malinconia cosmica. Ma il godimento non esclude la solennità. Quando si avvicina il momento dell’accensione, la folla smette di chiacchierare. Mentre la fiammella d’innesco cerca la sua strada fra i legni e i rami di pino, tutti i presenti trattengono il fiato. Finalmente le lingue della fiamma irrompono dalla catasta, e avvolgono in una vampa l’intero cumulo. Il falò arde allora in tutto il suo splendore, tanto che a stargli troppo vicino si sente la faccia che scotta, anche se dietro le spalle soffia un vento gelido. Soltanto allora si può tirare un sospiro di sollievo, e tornare a dedicarsi al vino e alla compagnia».

E così è stato tranne per il fatto che ora il riscaldamento climatico toglie questo contrasto di temperature.

Il diffondersi delle polveri di PM 10 causata dalla combustione fa mettere sotto accusa questa antica usanza. Nel frattempo il camino della centrale a carbone dalla pianura fuma nel silenzio.

Chiede Boer se la tradizione della seima cadrà in disuso.

I saggi a Vermegliano quest’anno hanno osservato il cattivo presagio del dirigersi del fumo verso ponente. Sarà solo il futuro a dirci se questo nefasto vaticinio si rifletterà sul destino delle seime. Minacciate da pandemie e politiche restrittive verso la socialità, incendi, inquinamento, sfaldarsi delle comunità locali, ipercriticismo razionalista verso una ritualità ancestrale, riscaldamento climatico.

 Foto gentilmente concessa Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann di Monfalcone