Memorie antifasciste della Bisiacaria

da Konrad dicembre 2016/gennaio 2017, n. 222, p. 15

Due libri fondamentali

Negli ultimi anni a Monfalcone è stato fatto un lungo lavoro di oblio della memoria antifascista i cui risultati iniziano a vedersi. Dei combattivi movimenti operai, dello spirito della guerra partigiana, dei grandi scioperi degli anni Cinquanta, la società monfalconese conserva ricordi e reperti che talvolta esibisce come fossili. Ma una libellula nell’ambra, non può volare. Marcano una differenza due libri appena usciti.

Anna Gianantonio, Nerina Fontanot, Marco Puppini Contro il fascismo oltre ogni frontiera. I Fontanot nella guerra antifascista europea (Kappa Vu, Udine, 2016)

La rocambolesca storia di questa famiglia, raccolta dagli storici Anna Di Gianantonio e Marco Puppini, è narrata attraverso la voce di una delle protagoniste, Nerina Fontanot, combattente partigiana in Francia, ed è stata ricostruita attraverso anni di lavoro e di raccolta di testimonianze.

Partiti da Muggia nei primi anni del Novecento, socialisti ed anarchici prima, comunisti poi, i Fontanot si stabiliscono a Monfalcone dove iniziano a lavorare nei neonati Cantieri Navali. In seguito, per scampare alla violenza del fascismo di confine, un ramo familiare si sposta nella cintura parigina dove i Fontanot vivono la dura vita degli emigranti, svolgendo attività politica in contatto con la direzione del Partito Comunista Italiano. Dopo l’invasione tedesca della Francia, nel 1944, sono tutti impegnati nella Resistenza d’Oltralpe: chi con le formazioni partigiane dei Francs-tireurs partisans, chi nella leggendaria Banda Manouchian le cui gesta sono evocate nella poesia di Louis Aragon “L’affiche rouge” poi musicata da Léo Ferré. Tre sono i giovani della famiglia catturati ed uccisi dai nazisti.

Un’altra parte dei Fontanot si sposta a Vienna, poi in Bulgaria, per rientrare a Monfalcone alla vigilia della Seconda guerra mondiale e impegnarsi dal 1942 nella Resistenza. Il prezzo pagato per questo impegno è carissimo: il padre Toni muore in un lager, due dei tre figli maschi cadono nella lotta e in loro onore in Slovenia viene formata la Brigata italiana Fratelli Fontanot. Vice Commissario di battaglione della Brigata Fontanot fu Silvano Bacicchi, scomparso un anno e mezzo fa.

Silvano Bacicchi Liberamente comunista. Memorie di un operaio, di un partigiano,di un militante (CIRDSS “L. Gasparini”, 2016)

L’autobiografia di Bacicchi è stata appena pubblicata dall’Istituto Gasparini di Gradisca. Un libro in condivisione con dall’ANPI Provinciale di Gorizia (di cui Silvano è stato a lungo Presidente, poi Presidente onorario nazionale), dall’Associazione slovena Jadro e dalla Fondazione Istituto Civico Aquileiese Valmi Puntin. Silvano Bacicchi è una figura di spicco nella storia politica e sociale della Regione. Nato a Monfalcone nel 1923, entra come operaio nel Cantiere Navale a 14 anni. Nel luglio 1944 diventa partigiano e dal 1945 la politica lo assorbe. Funzionario del Partito Comunista Italiano, Consigliere comunale, Consigliere regionale e Senatore della Repubblica. Gli snodi della sua vita rappresentano le dimensioni di popolo della Resistenza nell’Isontino e nella Bassa Friulana, la lunga stagione delle lotte operaie e la crisi della politica italiana. La sua è anche la storia non della Città dei cantieri ma della Città degli operai del cantiere.

Queste storie sono anche la nostra storia. Necessario riappropriarsene non come se si trattasse di tempi perduti, acqua passata o lettera morta, ma come indicazione etica, anticorpi intellettuali, arma da brandire contro i sempre più insistenti revisionismi e per sottolineare la pressante attualità dell’antifascismo.